EVENTO: "Sulle note del tuo libro, Roma 8 giugno 2019 " Francesco Zampacavallo

In occasione dell'evento sopra descritto, il nostro blog, ha il piacere di presentarvi alcuni autori che presenzieranno a Roma 8 giugno 2019. Di ognuno pubblicheremo una scheda, grazie a cui potrete conoscerli e quindi contattarli quando sarete all'evento.
Grazie dell'attenzione.
Lo staff

Ecco a voi Francesco Zampacavallo

Mini sinossi:
Dieci racconti in cui i protagonisti cercano un senso da dare alle loro esistenze mettendosi nei guai; dieci salti nel buio, nel mistero, nel baratro del rischio; dieci storie di lucida follia, a cavallo tra la vita e la morte, il sogno e l’incubo, l’immaginazione e la realtà, il significato letterale e quello allegorico. Qualcuno riuscirà a salvare la pelle, l'anima e la propria sanità mentale. Qualcun altro fallirà. Tutto questo - e non solo - è “In cerca di guai”

Sinossi:
“In cerca di guai” è una raccolta di dieci racconti eterogenei tra loro dal punto di vista dei generi e delle tematiche trattate. Nell'opera si possono scorgere le tracce della narrativa Hard Boiled, Fantasy, Horror, di Avventura, esistenziale, Noir, onirica, allegorica, ed è presente anche una sorta di fiaba africana rivisitata e occidentalizzata. Il tutto condito con uno stile più incentrato sul mostrare che sul raccontare, fatto di dialoghi secchi e descrizioni dinamiche. Le tematiche affrontate sono: rapporto padre/figlio; droga; inadeguatezza a vivere nel proprio presente; la violenza, il sesso e l'amore come motori che fanno sentire vivi; la natura del male in rapporto con l'uomo; la vendetta; il rapporto tra sogno e realtà; l'alienazione sessuale nella contemporaneità; i pericoli delle chat d'incontri e della modernità; problemi di coscienza in giovinezza; vecchiaia; morte. Il filo conduttore di “In cerca di guai” è costituito dalla fuga dei protagonisti da una realtà contingente che li sta soffocando, da sistemi di riferimento e orizzonti di senso ormai obsoleti e asfissianti. Qualcuno di loro opterà per una fuga onirica, qualcun altro si ritroverà a fuggire materialmente, altri ancora affronteranno direttamente la morte a viso aperto. E tutti, nessuno escluso, si metteranno nei guai per cavarsi dalla situazione in cui si trovano. Qualcuno riuscirà a salvare la pelle, l'anima e la propria sanità mentale. Qualcun altro fallirà.
Chi leggerà vedrà. 

Sinossi di ciascun racconto:
1) Padre è una riflessione su come i problematici rapporti interpersonali tra un padre e un figlio possano avere preoccupanti conseguenze nella vita di entrambi anche col trascorrere del tempo. Inoltre il racconto presenta un secondo livello di lettura implicito e allegorico: il padre simboleggia il capitalismo speculativo e predatorio, in grado di morire e rinascere ciclicamente ancora più forte dalle ceneri delle sue crisi. Il figlio simboleggia le vittime di tale sistema economico,
che finché non si ribellano a esso sono destinate a soccombere in maniera permanente. In “Padre” viene pertanto raccontata la travagliata relazione tra padre e figlio (protagonista), i quali si ritrovano alla deriva a bordo dello yacht del genitore nelle acque dell’Oceano Pacifico. I due cercano di tornare alla civiltà mettendo da parte i loro screzi, ma eventi tragici e inaspettati sconvolgono ancor di più la già fragile situazione, portando il figlio ad affrontare
un’avventura solitaria e onirica che lo metterà a confronto diretto con le sue paure, i suoi incubi. Quando il ragazzo si sveglia nel suo letto niente sarà più come prima, soprattutto per quanto riguarda il suo stato psicofisico e la relazione con il padre. L’incubo rivelatore gli ha fornito le armi per fare ciò che deve fare, fino in fondo.

2) Il flauto di Pan è una riflessione su dei personaggi femminili che si trovano al momento giusto (per quanto riguarda le loro esigenze fisiche/esistenziali) nel posto sbagliato (inteso come contesto ambientale e relazionale di riferimento). Il racconto narra della misteriosa scomparsa di alcune ragazze, donne e bambine nel corso degli anni, le quali sono state viste camminare nude in direzione di un boschetto prima di svanire nel nulla. C’è una relazione fra le sparizioni? Dove sono finite? Come hanno fatto a volatilizzarsi? Sono state rapite o sono fuggite di loro volontà? Perché se ne sono andate? Che ruolo hanno il caprone dalle sembianze umanoidi
(Pan) e il suo flauto magico nella loro scomparsa? Questo racconto che accarezza il genere fantasy cerca, per quanto gli è possibile, di dare una risposta a queste domande e di risolvere il mistero che aleggia attorno al selvaggio uomo capra.

3) Che cos'è la felicità è una riflessione sul concetto astratto di felicità. È il racconto in prima persona di un uomo solo, senza relazioni sentimentali, famigliari e di amicizia, che si mette nei guai guidato da una sorta di perverso istinto d’avventura funzionale a farlo uscire dall’inerzia e la noia che lo avvolge. Dopo aver bevuto una birra in un lurido bar ascoltando la storiella di un cliente poco raccomandabile che ha tutto l’aspetto di un ex galeotto, decide di pedinare la Mercedes nera guidata da quest’ultimo. Il protagonista si ritrova così a vivere una storia più grande di quella che si aspettava, un’avventura fatta di sangue e violenza in cui mette in gioco la propria vita, che lo fa sentire più vivo di come è stato fino a quel momento e gli fa trovare il futuro amore della sua vita. Ma solo alla fine, al funerale del vecchio che gli ha salvato la pelle, il protagonista rincontra la donna che ha salvato durante la rocambolesca avventura, e in questo simbolico contesto fatto di amore e morte capisce finalmente che cos’è quel concetto astratto e fuggevole chiamato felicità.

4) L’inizio della fine è una riflessione sul rapporto tra l’uomo e i concetti più o meno astratti di male e autocoscienza. Nel racconto viene narrata una vicenda ambientata agli antipodi dell’umanità in una giungla non identificata. La protagonista è Scimmia, un essere protoumano sul punto di evolvere a causa del morso di Serpente. Quest’ultimo le ha iniettato il “veleno” dell’autocoscienza, e dal giorno i cui l’ha morsa lei è assalita da sogni e visioni future di un’umanità allo sbaraglio. Un giorno Scimmia si sveglia da un incubo e trova i cadaveri dei suoi cari. Il dolore ancestrale provato, unito alla conversazione che ha con Serpente, le fanno capire cosa si nasconde dietro agli umani concetti di vita, morte e autocoscienza. E durante il breve percorso di apprendimento dialogico arriva a capire che cos’è il Male in relazione all’esistenza dell’essere umano stesso. Nel finale dovrà decidere cosa fare della sua vita: suicidarsi cancellando il Male consustanziale all’esistenza dell’essere umano stesso in cui si
sta trasformando oppure continuare a vivere con questo fardello nella coscienza.

5) Gemelle di sangue è un racconto di vendetta con influenze hard boiled (Raymond Chandler – Dashiell Hammet), western e noir, in cui l’autore ha pressato all’interno di un racconto di poche pagine l’epilogo di una storia ricco di personaggi e colpi di scena inaspettati, pistole di grosso calibro, violenza e morte. La protagonista deve vendicare la dipartita della sua sorella gemella sbaragliando a suon di proiettili gli altri membri della banda che le hanno tradite, prendere i diamanti della rapina nella villa di Doc, dare fuoco alla casa e fuggirsene via da quell’inferno. Ma una serie di spiacevoli quanto inaspettate sorprese intervengono a complicarle il suo piano e a tirarle fuori una grinta sanguinaria che non si aspettava di avere dentro di sé fino a quel momento.

6) Nel vortice è un racconto “marinaresco” a cavallo tra sogno e realtà, in cui la leggendaria Moby Dick fa la sua comparsa come implicita allegoria della volontà creativa del poeta (il protagonista).
Un ragazzo si risveglia all’interno di uno yacht in mare aperto dopo una sbornia colossale, in compagnia di una bellissima ragazza distesa sul letto accanto a lui e di un altro paio di bizzarri personaggi che dormono in un’altra stanza (il “capitano” dello yacht e la sua ragazza). Il protagonista non ricorda nulla di ciò che è successo prima di risvegliarsi nell’imbarcazione, e nella prima parte del racconto cerca di farsi tornare in mente la serata di bagordi con l’aiuto della splendida ragazza e degli altri personaggi. Scopre così che, dopo essersi incontrati, hanno passato la serata a bere come se non ci fosse un domani in svariati bar. In seguito sono
saltati a bordo dello yacht del “capitano” e hanno preso il largo per andare a caccia di una fantomatica Moby Dick. Nei video fatti dalla ragazza del capitano si vedono quest’ultimo e il protagonista denudarsi e gettare i vestiti in acqua “perché in questo modo avrebbero attirato la balena con l’odore dei loro abiti”. A questo punto lo sconsolato protagonista vorrebbe farsi riaccompagnare al porto dal “capitano”, anche perché dovrebbe riportare la macchina del padre nel garage di casa o quantomeno farsi vedere sano e salvo dai suoi genitori. Ma l’enorme balena bianca, Moby Dick, emerge dai flutti palesandosi in tutta la sua spaventevole magnificenza e
incomincia a dar loro la caccia. Dopo una breve lotta/inseguimento la balena riesce a sbriciolare i motori dello yacht e lo intrappola in un vortice infernale che si avvita nel mare, facendo sprofondare l’imbarcazione nelle viscere degli abissi. Quando il protagonista riapre gli occhi si ritrova di nuovo dentro lo yacht, e gli unici ricordi che ha della serata trascorsa sono relativi a ciò che ha appena sognato/vissuto, ma adesso diverse cose che lo circondano sono cambiate, compreso il fatto che sono attraccati al porto. Alla fine si accorge che Sogno e Realtà sono confluiti nella stessa materia cosmica che fatica a scinderli, e smette di arrovellarsi il cervello sulle stranezze di quel risveglio. Prima di uscire dal porto si rivolge alla distesa di acqua salata e urla: “Arrivederci, Moby Dick!”, lasciando intendere che in futuro sarà ancora disposto a mettersi nei guai per dare la caccia a quella mostruosa monomania.

7) La macchina dell'amore 2.0. è un racconto sull’alienazione sessuale, di stampo oggettuale, esplicitata attraverso un meccanismo narrativo iperbolico. Il protagonista è un giovane poco più che trentenne, di bell’aspetto, simpatico e intelligente, ma che nasconde un lato oscuro per quanto riguarda la sua sfera sessuale. Questi, come probabilmente è suo solito fare, riesce a prendere un
appuntamento attraverso una chat con una ragazza. Vanno al cinema e poi in un locale alla moda dove ballano e si divertono mentre di tanto in tanto lui le versa della droga nei cocktail. Infine riesce a portarla a casa e a convincerla a provare La
macchina dell’amore 2.0. La seconda parte del racconto è costituita dalla descrizione puntuale da parte del protagonista della bizzarra invenzione “in grado di assottigliare la soglia tra piacere e dolore fino a farla scomparire quasi del tutto”. Mentre la ragazza è legata mani, piedi, testa e busto alla macchina, lui le spiega fin nei minimi
dettagli tutti gli aspetti meccanici, ergonomici, materiali e orgasmici del congegno Kafkiano. Ne viene fuori un quadro dove il sentimento, l’amore e la carnalità vera e propria vengono sostituiti da un feticismo materialistico alienante e alienato, di cui il folle protagonista gode, sempre più convinto che “l’amore degli anni 2000 è meglio di un film porno”. Infine il protagonista attiva l’apparecchio e ammira il frutto delle sue elucubrazioni mentali muoversi in un danza sensuale.

8) In cerca di guai è una riflessione sul senso di colpa verso i propri genitori che in giovinezza spesso proviamo solo a livello inconscio, mentre continuiamo a metterci nei guai con i nostri amici che rappresentano una seconda famiglia forse ancor più importante come se nulla fosse. “In cerca di guai” è un racconto che ha come protagonista un giovane sul punto di andare in coma etilico durante una serata coi suoi inseparabili amici. Questi ultimi gli fanno ingollare una sorsata di Md nell’illogica speranza di farlo riprendere. Inizialmente le sue condizioni psicofisiche sembrano migliorare in quanto si scolla dalla presa dei compari e ricomincia a ballare. Ma ben presto le luci nel suo cervello si spengono e si schianta contro una tavolata in un gran fracasso di cannucciate e bottiglie rotte. Quando quelli seduti al tavolo stanno per dargli una ripassata, intervengono i suoi amici in sua difesa e incominciano a menare le mani. Il protagonista striscia via dalla ressa forsennata e si tuffa in una branda in cerca di un sonnellino assolutorio, ma gli incubi prendono forma dal buio della sua anima e non lo lasciano in pace finché non viene appoggiato fuori dal locale come un sacco di spazzatura. Apre gli occhi e incomincia a vagare in campi abbandonati, inseguito da visioni allucinatorie e orripilanti. Poi cade a terra e perde i sensi. Al risveglio finalmente rinsavisce, si incammina verso casa col pollice
alzato lungo la tangenziale e viene caricato da due scoppiati di ritorno da un rave che lo lasciano davanti alla villetta a schiera. Allora entra in casa di soppiatto e si infila sotto le coperte senza farsi vedere. Nel dormiveglia rivede i suoi amici seduti al bancone del loro bar preferito, e li raggiunge fluttuando, voglioso di continuare con le loro scorribande alcoliche come se nulla fosse successo. Infine alza un calice al cielo e urla: “Alla nostra!”

9) Bocconcini prelibati è una riflessione su come la società, attraverso la tecnologia, possa influenzare le nostre inclinazioni sessuali ed emotive fino a condurci a esiti inaspettati e tragici. Carlo, il coinquilino del protagonista è sparito da tre giorni e nessuno sa che fine abbia fatto. Nelle prima parte del racconto il protagonista ripercorre le peripezie sessuali del coinquilino scomparso, indissolubilmente legate all’uso della “Piattaforma delle scopate.” Attraverso questa applicazione Carlo ha infatti sviluppato un’inclinazione sempre maggiore verso ragazze obese e soprattutto verso pratiche sessuali sempre più estreme. Viene quindi ripercorsa, passando di ragazza in ragazza, l’evoluzione o involuzione delle sue fantasie e pratiche sessuali fino ad arrivare all’ultima conversazione presente nella chat, dove Brunetta lo invita a cena da lei e lui accetta. Nella seconda parte del racconto il protagonista si presenta a casa di Brunetta in cerca del coinquilino. Ma lei gli dice che erano rimasti d’accordo che sarebbe passato dopocena e lo invita a fermarsi per il pasto. Allora il protagonista accetta di buon grado l’invito e viene fatto accomodare nel piccolo appartamento. In attesa che il polpettone sia cotto a dovere i due hanno modo di conoscersi. Dopo la prima birra e qualche chiacchiera il protagonista si sente inaspettatamente attratto dalla ragazza del suo amico, in una sorta di epifania carnale in cui si rende conto che i suoi gusti sessuali sono stati fino a quel momento plasmati dalla società infetta in cui vive. Poi il polpettone viene sfornato e appoggiato sulla tavola, e il protagonista incomincia a mangiare e a bere leccandosi i baffi per tutto quel ben di Dio. Si accorge di essere diventato la preda di quella mastodontica creatura che gli ha preparato una bella cenetta a base del suo coinquilino solo quando il suo destino è ormai ineluttabile.

10) Ritorno al Dio sconosciuto, oltre a essere una riflessione sulla vecchiaia e la morte, è una allegoria della fine della creatività artistica rispetto alla composizione di un’opera. Non a caso il racconto è posto a chiusura della raccolta. Portare a termine una creazione è un po' come far morire la creatività stessa che brucia dentro l’artista. Quando l’opera è finita la creatività stessa necessita di morire affinché la cosa creata possa entrare nel mondo reale e interagire con esso. Questo racconto parla di Vincenzo, un vecchio depresso e alcolizzato che non ha più alcuna ragione di vita, che desidera andarsene da questo mondo allo sfascio senza curarsi di finire in paradiso, all’inferno o nel nulla eterno. Non vede l’ora che la signora in nero scenda su di lui e se lo porti via di lì, non gli importa dove. Dopo aver avuto l’ennesima conferma di non essere più in grado di provare piacere carnale anche con l’assunzione di Viagra (quello affettivo/spirituale/emozionale non riesce più a provarlo da anni), esce a fare il giro dei bar e si imbatte in un ragazzo che assomiglia a lui da giovane. Vincenzo lo chiama, e si propone di offrirgli una birra e fare due chiacchiere. Ma il giovane lo scambia per un vecchio pervertito e lo manda a quel paese. Allora il vecchio fa una scenata ed esce dal locale lasciando tutti a bocca aperta. Vincenzo si ritrova a camminare sulla sabbia in linea retta verso il mare, sorretto dalle sue gambe artritiche e sbronze. D’un tratto percepisce che è arrivato il suo momento e alza lo sguardo al cielo. Un fulmine squarcia le nubi e gli piomba dritto sulla testa, incenerendolo, portandolo via da quel luogo dove Vincenzo era già stato: la vita.


Biografia: 
Francesco Zampacavallo, 31 anni appena compiuti, è l’autore della raccolta di racconti “In cerca di guai” per la Bertoni Editore – Quaderni Edizioni. Nato a Fermo il 25 maggio 1988, frequenta il liceo scientifico nella città di nascita e dopo il diploma si trasferisce a Bologna per gli studi universitari. Nel capoluogo dell’Emilia-Romagna consegue la laurea triennale in lettere moderne e la magistrale in italianistica e scienze linguistiche. In seguito frequenta per un anno l’area letteratura della Bottega delle Finzioni (sorta di officina creativa fondata da Carlo Lucarelli). Appassionato e vorace lettore di letteratura americana, coltiva da molto tempo la passione per la scrittura creativa, e circa un anno fa decide di proporre per la prima volta il suo scritto al vaglio degli editori. Dopo qualche mese di attesa riceve una proposta di pubblicazione dalla Bertoni editore e decide di accettare con sommo gaudio. E adesso, l’8 giugno, parteciperà alla sua prima fiera letteraria, “Sulle note del tuo libro”, dove presenterà il suo lavoro a tutti gli interessati.

Emozioni: 
Sono elettrizzato, curioso e felice di entrare per la prima volta in contatto con gli autori, blogger, critici e agenti letterari presenti alla manifestazione “Sulle note del tuo libro”. Di sicuro sarà una splendida occasione per conoscere una realtà nuova e dinamica, fatta di creatività, passione e voglia di raccontarsi. Insomma, non vedo l’ora che arrivi l’otto giugno.

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