RECENSIONE: “B&W Souls” di Emma Lee Bennett


Titolo: B&W Souls
Autore: Emma Lee Bennett
Genere: Romance thriller
Editore: Edizioni La Zattera
Data uscita: 21 novembre 2018
Pagine: 319

Sinossi:
Alexander Archer, proprietario della AA Enterprises Corp., è un potente uomo d’affari dal carattere spigoloso, segnato da un passato difficile. Laila, figlia del famoso pittore Samuel Lee Cole, ex uomo d’affari e proprietario della Cole Company Inc, compagnia sull’orlo del fallimento, è tormentata dai traumi di un rapporto infelice.
Si incontreranno per lavoro, ma la loro affinità spirituale e l’immediata attrazione fisica dipingeranno scenari sconvolgenti ricchi di colpi di scena.
Fa da sfondo una New York contemporanea che vede anche gli altri protagonisti muoversi nella metropoli che non dorme mai.

Recensione:
Ho conosciuto Emma Lee Bennett grazie alla sua trilogia Il Duca, ogni volume di questa trilogia mi ha affascinato, ecco perché non ho avuto dubbi nell’immergermi in questa nuova storia B&W Souls, conoscendo lo stile dell’autrice.
Emma affronta un argomento che a molti potrà essere un qualcosa di visto, ma non cadiamo in questo errore, ho letto la trilogia di Grey e posso assicurare che qui non c’è nulla che possa essere messo sullo stesso piatto.
Alex Archer non ha nulla di Christian Grey, non soffermiamoci a dire che non siamo riusciti ad andare oltre un tot per cento della lettura, perché sembra un bis dell’altro, non c’è niente di più inesatto per me.
Se devo trovare recensioni da 1 stella solo perché non si è capaci di immedesimarsi e entrare in empatia coi personaggi, allora mi sento in diritto di dire la mia e a gran voce dichiarare che questa storia ha in sé una verità che non è facile da digerire. Dobbiamo prendere atto che ciò che leggiamo non è sempre solo frutto di una fantasia, ma ci sono storie che nella realtà hanno la loro impronta.
Il titolo si rispecchia così tanto nei protagonisti che per presentarveli ho preso in prestito le stesse parole dell’autrice.
Lei è Laila...  
Mi hanno affibbiato il nomignolo di anima bianca. È più forte di me. Non so dire di no. Sono troppo buona.
Lui invece è Alex Archer...
La mia anima è nera ormai da troppo tempo perché io riesca a ripulirla.
Di solito è la personalità femminile che ci intriga e a cui siamo più partecipi, ma in alcune storie, il dolore del protagonista maschile irrompe in modo prepotente e unico, che la mia mente, il mio cuore si sono proiettati dietro quest’uomo sofferente, nell’animo e nel cuore, ma anche nella mente, corrotto da indicibili sevizie...
Nessuno sano di mente abbandonerebbe Alexander Archer.
Le persone, in un modo o nell’altro, mi hanno sempre maltrattato e poi abbandonato.
Io non ho mai capito cosa le persone cerchino nella lettura , rimango sempre basita, a volte insofferente, altre arrabbiatissima, quando i miei occhi vanno su critiche che non hanno nulla di costruttivo.
Diciamocelo molto chiaramente, siamo semplici persone a cui piace leggere, non siamo critici e anche se fossimo qualificati non saremmo comunque idonei a esprimere giudizi altisonanti e denigrare il lavoro di chi ci mette il cuore e l’anima nel suo lavoro.
Meno male che alla fine, nonostante l’ergersi a giudice, nonostante l’incomprensione, l’arroganza e quant’altro, in ogni situazione, in ogni dolore, tutti possono trovare la scintilla che potrebbe capovolgere il tutto e rimettere ogni cosa nella giusta prospettiva...
La salvezza arriverà solo da colei che saprà convivere con quell’aspetto morboso del paziente, che riuscirà a trovare la giusta strategia per infondergli fiducia e sicurezza. Dovrebbe amarlo così tanto da accettare anche la parte oscura che, inevitabilmente, emergerà di tanto in tanto. In conclusione... ». Emetto un sospiro in cerca delle parole giuste. «In conclusione, il paziente è un
uomo emotivo e sensibile fino all’estremo; smisuratamente ricettivo agli stimoli verbali e visivi; fragile e insicuro in modo inaspettato».
Non pretendo che questa mia recensione possa convincere qualcuno/a, a pensarla come me, non è nelle mie corde convincere nessuno/a, l’unica cosa che desidero è che chi vuole dia una possibilità a questa storia che io ho apprezzato per molti motivi, tra cui il coraggio della Bennett a scrivere di un disagio, che non tutti siamo capaci di vedere.

Per me 4,5 abbracci 
Saluinadia


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