RECENSIONE: "Savage" di Debora C. Tepes


Titolo: Savage
Autore: Debora C. Tepes
Editore: Self-Publishing
Genere: Contemporary Romance/ Retelling
Data di pubblicazione: 13 Maggio 2019
Pagine: 184

Sinossi:
Una donna fortunata… Ecco come mi avrebbero definita in tanti.
Ma nessuno conosceva la verità. 
Ero disposta a tutto pur di scappare dalla mia gabbia dorata e dal mio aguzzino.
Mio marito, il sindaco di Sacramento.
E l’ho fatto. 
Sono partita per rinascere. 
Ho abbandonato il mio personale inferno per approdare in un paradiso di una bellezza accecante: la giungla è diventata la mia casa, l’oceano il mio solo amico, il cielo l’unico testimone. 
Eppure questi luoghi inesplorati sono tutt’altro che ospitali e celano un pericoloso segreto. Due occhi glaciali mi scrutano nella notte, un predatore affamato mi bracca senza sosta, un animale feroce mi insegue con rabbia. 
Lui è la natura. La più incontaminata, lussureggiante e insidiosa natura. 
Un uomo.
Una belva.
L’ennesima.
Il fato non è stato clemente con me.
Mi chiamo Ophelia e sono una sopravvissuta.
Mi chiamo Ophelia e sono ancora in pericolo.

Recensione
Perché io merito una seconda chance. Non merito di morire così, dopo tutto quello che ho passato.
Se avete già letto di Debora C. Tepes, allora non sarà difficile immaginare cosa sia questo suo nuovo romanzo: SAVAGE, già il titolo mi ha portato fin da subito a immaginare luoghi incontaminati, vita selvaggia, scoprire  due occhi che parlano, senza che dalla bocca esca un solo suono, due occhi che possono paragonarsi alla stessa bellezza dell'acquamarina. Un nome, un uomo, un predatore, Kamlesh.
Lui mi ha attaccato per istinto, non per crudeltà. Mi ha annusata e scrutata non per farmi del male, ma per scoprire cosa fossi. È come un bambino nel corpo di un uomo: non conosce l’odio e la cattiveria, ma sa procurarsi acqua e cibo. È come un animale selvaggio che quando incontra per la prima volta l’uomo, o scappa o lo uccide.
Le storie di Debora mi hanno sempre presa al laccio, i suoi protagonisti sono capaci di entrarti dentro, i luoghi sono descritti sempre in modo così specifico, dettagliato, che è facile essere proiettati là.
Anche con questa nuova storia, addentrandomi nelle sue pagine, ho avuto la sensazione di vivere la vita di Ophelia, di essere catapultata, come lei, in quel luogo magico, insidioso e paradisiaco allo stesso tempo, ho provato le sue sensazioni e come lei sono rimasta, letteralmente, affascinata dallo sguardo di ghiaccio, dalla bellezza selvaggia di Kamlesh, dal suo carattere determinato e impetuoso.
Non permetterò che le accada qualcosa di brutto, sarò il suo riparo contro la tormenta, sarò il fuoco per riscaldarla nelle notti fredde, sarò l’ossigeno quando le mancherà il respiro. Sarò il suo uomo e… se un girono deciderà di lasciare l’isola, io la seguirò. Lo stesso spirito in due corpi diversi. Anima. Cuore. Sangue. Vita. Kamlesh e O. O e Kamlesh. Uniti nel sangue e nella carne. Uniti fino a quando il mondo non finirà.
Savage, però non è solo questo, è tanto di più, ma ormai avete imparato a conoscermi, quindi sapete che non farò più nessun accenno, la sinossi è sì esplicita, ma non vi apre la porta su quello che, effettivamente, andrete a leggere, per cui non state lì a rifletterci, leggete di Ophelia e Kamlesh, sono sicura che resterete ammaliate/i da questa stupenda storia, i due protagonisti vi tireranno dalla loro parte e ogni nuovo giorno sarà pura magia.
È con gli occhi che comunichiamo, e lo sappiamo fare bene. Ci intendiamo e questa è una vera rarità. A volte si impiegano anni per capire una persona, altre volte invece basta un istante per connettersi anima e cuore.
Sembra una creatura leggendaria, un figlio della natura. Ogni elemento vive in lui: fuoco, aria, acqua e terra. Ma il suo corpo è fatto di carne e sangue, di impulsi e smanie. E ora che siamo pelle contro pelle percepisco i suoi battiti furiosi, le sue mani incontrollate stringere il mio corpo, il suo respiro frenetico. Percepisco la sua brama di possedermi, di spegnere il fuoco che gli brucia dentro, di alleviare il suo strazio.
È come spogliarsi di ogni timore e rinascere dalla spuma dell’oceano.
Siamo acqua e fuoco. Siamo terra e aria. Siamo Ophelia e Kamlesh, una donna e un uomo, un solo respiro.
Kamlesh è l’altra metà di me, e non posso permettere a nessuno di portarmelo via, altrimenti morirei.
Lo stile di Debora cresce sempre più, ogni sua storia dimostra la sua crescita creativa, ogni suo romanzo è sempre ricco di particolari, ricco di atmosfere idilliache, ricco di amore, che possa essere selvaggio, impetuoso, ma anche generoso, dolce e in assoluto, vero.
Un grazie di cuore a Debora, nell'attesa del suo prossimo lavoro.

5 abbracci.
Saluinadia


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