Titolo: Robin / Un pettirosso
nella tempesta
Autore: Rachel Sandman
Editore: Delrai Edizioni
Genere: Romanzi rosa
Data di pubblicazione: 13 maggio 2021
Serie o autoconclusivo:
Formato e-book: 4,99 euro
Cartaceo euro: 15,67
Trama:
Vago come un’anima in pena, carceriere e vittima della mia stessa mente. Corro da un lato all’altro del locale, guardo ovunque, ma non vedo nulla. La mia mente è già al collasso, completamente focalizzata verso ciò che la attende, da qui a un paio di giorni.
Recensione:
Una storia che
mi ha lasciata davvero senza parole, in senso positivo. Un romanzo in cui si
interseca la gioia di vivere, la fanciullezza di Philippe ad esempio, un bimbo
molto vivace che mi ha fatto molta tenerezza.
Ma non vi è solo
innocenza e fragilità, no. Nonostante il romanzo sia sensibile, e anche molto,
è piuttosto forte, i contenuti sono di alto livello e l’amore tra Jeremy e
Laure non è pacato o smielato, altroché se lo è. Loro sono due mondi
differenti, una parte di retta che non incontra facilmente l’altra. Loro sono
due equazioni algebriche che fanno sorridere ma anche perder la testa.
Siamo a Boston,
ma c’è da dire che Laure è francese anche se parla bene la lingue americana. Il
Dante è il locale in cui lavora e appena ho letto questa parola ho pensato
all’inferno che molto probabilmente teneva per sé questa giovane ragazza dai
capelli rossi come il fuoco, dalle efelidi sparse ovunque e dalle labbra
rossissime (ma naturali, poiché lei difficilmente utilizza il rossetto per
abbellirle).
Il senso di
appartenenza di Aaron che è il gestore del locale e di Laure che ci lavora
soltanto, a questo luogo, è palese, così come secondo me è ovvio che Jeremy successivamente
ci vada a lavorare ma si senta sempre un pesce fuor d’acqua.
Non
dimentichiamo che Jeremy, è da sottolineare questa cosa, sembra sempre un
reietto, un ragazzo a cui la vita ha tolto tanto e ha dato sì, ma chiedendo
indietro un conto salato.
“La notte avvolge. La
notte inghiotte. La notte crea incubi. La notte riporta a galla ciò che hai
nascosto, interrato, sepolto negli anni. La notte è mia amica. Ricordi,
devastazioni, memorie.”
“Mi lascio travolgere,
puntualmente, da immagini che mi stringono il petto; da parole dette con rabbia
che mi scuotono le viscere; dall’eco di frasi che mi fanno, ogni volta,
affondare un po’ più, nel mio personale pantano fatto di sabbie mobili, di
fango e di sterco.”
Di Jeremy mi
piace il suo lato tenebroso, è mistero e fascino. Di Laure mi piace la sua
autostima, la sua audacia e il suo non farsi mai mettere i piedi in testa da
nessuno, neppure dal ragazzo che ama, ovvero Jeremy.
Possono luce e
ombre appartenere alla stessa sfera privata e incarnarsi in un solo oceano?
Probabilmente sì, contro ogni aspettativa.
Jeremy è un
batterista, è eccentrico, è a tratti inquieto e la vita per lui sembra essere a
tratti inferno e a tratti Paradiso.
Laure è invece
molto più stabile, ma non per questo meno sensibile o affascinante, infatti il
suo personaggio incute tenerezza tanto quanto Jeremy, spesso.
A volte Jeremy
può risultare antipatico e davvero arrogante, ma in realtà ha comunque i suoi
lati positivi e un cuore grande, d’oro.
I personaggi, e
forse è proprio questo il punto di forza della storia, sono ben caratterizzati
e nulla è lasciato al caso, le vicende che si susseguono, sia drammatiche che
più allegre o idilliache, hanno sempre comunque un sapore e un retrogusto amaro
e ancorato alla realtà di ogni giorno, rendendo la storia molto semplice ma al
contempo ricca di contenuti.
Anche i richiami
ad altre opere letterarie, quando ad esempio si menziona un piccolo passo di
Moby Dick, oppure un passo breve del Paradiso Perduto di John Milton, sono
talmente accorpati alla storia da riuscire a inserirsi bene nel contesto non
essendo mai fuorvianti ma anzi corrispondendo benissimo a ciò che accadrà
successivamente nel capitolo che si andrà a leggere. Stessa cosa vale per le canzoni
che sono state scelte, tutte importanti e anche commoventi.
Di Jeremy mi è
piaciuto anche il suo lato più artistico, il fatto che abbia un tatuaggio
vistoso sul braccio, il riferimento che viene fatto al mare (ecco perché forse
si nomina anche il mostro, il cosiddetto leviatano), incuriosendo i lettori e
suggerendo a chi legge per la prima volta il romanzo, che ci sarà davvero da
emozionarsi e da imparare.
Voto in coccole: 5
Firma del recensore: Roberta
Canu
*Ringraziamo l’autrice e la casa editrice per la copia digitale*
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