Titolo: Ali sporche
Autore: Ferdinando Balzarro
Editore: Brè Edizioni
Pagine: 148
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fisiche
Genere: fantasy contemporaneo
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In vendita dal 17 ottobre 2021
E se Dio fosse arrabbiato con
l’umanità? Se Dio si fosse stancato degli uomini, guerrafondai, inquinatori, devastatori
del pianeta Terra, assassini, truffatori, delinquenti? Magari potrebbe mandare
sulla Terra un fidato angelo, che prese le sembianze di una splendida donna, si
occupi di sistemare le cose con una curiosa strategia, incunearsi tra le pieghe
dei difetti umani, seminare il male per raccogliere il bene. E se non
funzionasse? Ragazzi, qui si rischia di fare danni anche peggiori! Siamo certi
che Dio sia infallibile? Con una narrazione che parte da un fantasy surreale e
divertente, perfino sexy, all’inizio, via via Ferdinando Balzarro scava
nell’animo umano, viaggia dentro le miserie, gli orrori, i drammi della vita.
Anche gli angeli possono soffrire come un essere umano, e allora sono guai.
Piacentino
di nascita, Ferdinando Balzarro vive a Bologna. Laureato in scienze motorie,
notissimo maestro di Karate, recordman mondiale di paracadutismo (Ubon,
Thailandia, 1999). Scrittore, ha pubblicato numerosi romanzi e saggi
conquistando: premio speciale Fucecchio con Il sangue e l’anima 2002,
premio Carver con Punto Vitale 2005, Premio Marina Franca festival e
Parolesia 2009 con Il secondogenito. Per ultimo La morte mi fa ridere
2020 Giovaneholden edizioni. La foto della biografia è di Giovanni Gori.
(visto che bel 70enne?)
☺
Estratto
Aspri
conflitti, più che duratura pace, agli uomini di buona volontà. Mi sono dovuto
documentare su internet per avere un quadro abbastanza esaustivo della
situazione. Ne sono rimasto sconvolto al punto che per la prima volta ho
conosciuto il sapore delle lacrime. Il computo dei morti è impressionante.
Dietro ogni caduto ci sono genitori, figli, mogli, animali. Dietro ogni
conflitto torrenti di uomini in fuga dalla peggior piaga dell’Universo: la
guerra. Vivo in Italia, vivo in Europa. Da oltre settant’anni da queste parti
non si imbraccia uno schioppo. I militari, tutti volontari, se vogliono
combattere come prevede la loro preparazione devono farlo in trasferta.
Paradossalmente e in forma ipocrita, definite peace mission, con moschetti al
posto di croci e bombe a mano al posto di ramoscelli d’olivo. L’Europa stanca,
decrepita, malfidata persino di se stessa, non avrebbe la forza di andare in
guerra neppure contro un esercito di cuochi. Ma il mondo non si chiama Europa.
Nelle brughiere più povere si procrea a ritmo industriale mentre i ricchi
frenano le nascite. Sempre meno acqua a dissetare terre aride e milioni di
persone, meno cibo per sfamarle, e allora? Allora non resta che la guerra, la
distruzione, la morte. Proprio come agli esordi della genia umana, si combatte
e uccide per fame e conquista. La formula è questa, si vive sempre a discapito
di qualcuno. Dismetterò vestiti eleganti e tacchi a spillo, butterò gioielli e
collane, taglierò i capelli, indosserò tute mimetiche, elmetti e maschere
antigas, calzerò coriacei stivaletti da deserto, berrò acqua tiepida dalla
borraccia, mangerò cibo conservato, digiunerò per giorni. Non sei venuto da me,
e non ti biasimo Lucifero. Non sei venuto a scovarmi tra le profumate lenzuola
del primo ministro o nell’alcova di un potente cardinale o nella stanza
finemente decorata del papa. Adesso verrò io da te. Sarò io a cercarti tra le
rovine dei bombardamenti a tappeto, tra il pianto di bambini scalzi, in mezzo
alle bare senza nome, sul bordo scabroso delle fosse comuni. Ti sorprenderò
oltre i fili spinati dei campi di concentramento, ti scoverò a crogiolarti nei
roghi delle città in fiamme, tra il sangue dei villaggi presi d’assalto. Ti
cercherò in mezzo ai corpi martoriati delle vittime. Sporcherò le ali di fango,
sangue, polvere e sudore. Presto guarderemo insieme cosa significa il ‘male’.
In
virtù di una serie di poteri su cui ancora posso contare, ‘grazie al cielo’,
riesco ad assumere ruoli inconsueti per una donna, specie se molto bella come
me. Riconosco che i capelli tagliati quasi a zero, la totale mancanza di
trucco, gli abiti militari e conseguente trascuratezza dei particolari,
attenuano se non offuscano lo charme e conseguenti esiti attrattivi, al punto
di passare se non proprio inosservata, almeno accettata in un contesto
prettamente maschile. Infatti seguo militari sul campo di battaglia, ma anche
milizie ribelli, terroristi islamici, eserciti governativi, corpi speciali
americani, missioni segrete. Vivo circostanze estreme, temperature altissime e
freddo intenso, cammino con zaino leggero, videocamera e macchina fotografica a
tracolla, arrampico scoscesi sentieri, guado fiumi in piena, attraverso selve
intricate. L’umidità bagna in pochi secondi, non si respira, si boccheggia,
alcuni svengono. Incontriamo solo città morte, abbandonate, rovine fumanti e
tossiche. I nemici (stando io da tutte le parti a turno tutti sono nemici)
avanzano, bruciano tutto, distruggono ogni cosa, stuprano ragazze giovanissime,
tagliano il seno alle donne incinte, sembra impossibile che gli uomini siano
capaci di un simile orrore. In Indonesia fonti accreditate parlano di
cinquanta, forse novantamila morti. In Afghanistan il conflitto procede da
vent’anni con più di centodieci mila morti. In Algeria a continue sanguinose
stragi perpetrate dagli estremisti islamici si contrappongono violente
controffensive da parte dell’esercito governativo. Ho seguito i primi e per più
tempo i secondi. Parlano di centocinquantamila morti, non saprei dire chi ne ha
subiti di più, né saprei valutare quali dei due contendenti sia più feroce,
spietato e crudele.
Nel frattempo del diavolo nessuna
traccia, se non lo trovo lì intento a contare morti e relative anime da
assemblare all’inferno, non saprei proprio dove scovarlo.
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