Titolo:
The Chosen One / La maledizione della regina
Autore: Daphne Stalwart
Editore: Self – Publishing
Genere:
Medieval Fantasy
Data
di pubblicazione: 16 ottobre 2021
Serie
o autoconclusivo: Serie / Secondo volume
di una tetralogia
Formato
ebook: 7,99 euro
Cartaceo
euro: 14,29
TRAMA:
SECONDO
VOLUME DELLA TETRALOGIA MEDIEVAL FANTASY
-
Stagione della Luna.
RECENSIONE:
Avevo
recensito il primo volume di questa fantastica tetralogia che tiene davvero con
il fiato sospeso, ed ora mi ritrovo a recensirne il secondo libro, emozionata come
la volta scorsa.
“Dall’altra parte del Continente, Victoria Legendragon raccontò a Lady Zoyen i dubbi che le aveva promesso di chiarire. Le due erano riuscite a incontrarsi dopo settimane, e Victoria si era sentita rinata.”
La storia si apre con il capitolo intitolato “La nuova era”, si apre uno scenario appunto decisivo, nuovo, che va a segnare un punto di svolta per quanto riguarda i protagonisti, soprattutto in base a ciò che era successo alla fine del primo volume.
Ora
non vi è più la stagione del Sole, adesso è tempo che la Luna splenda più che
mai, con la sua luce quasi glaciale come il freddo che contraddistingue la
neve, le bufere e i venti artici.
La
Tempesta di neve, nemica dell’Esercito Supremo, e ancora… guerre, lotte,
draghi, streghe, ironia, dolore, passione, amore, lotta per il potere, empatia
e lacrime.
La
Taverna di ghiaccio, luogo di peccato e perdizione, che mi ha incuriosita
moltissimo sia per le descrizioni davvero minuziose dei cibi che vengono
menzionati e sia per i nomi dei personaggi, ad esempio Karidian e Zaros Adeagon. Ebbene, la Taverna così come
ogni contesto di questa lunghissima storia di luce e tenebra, di ghiaccio e
maledizione, mi ha ricordato gli scenari medievali, forse anche per i discorsi
tenuti dai personaggi di spicco e anche da quelli meno emblematici.
“La mattina della guerra, il padiglione di Karidian Wingdragon fu invaso da Cavalieri di ogni tipologia di carnagione, età e reame. Furono solo le cinque del mattino, ma una battaglia sanguinosa come quella necessitava di una preparazione anticipata.”
Vi
è un particolare che mi ha colpito molto: è la sensazione di essere catapultati
all’interno della storia, è l’incubo e la gioia di poter piangere assieme ai
personaggi, di vivere assieme a loro ogni delirio, ogni scaltrezza, ogni
fantasia.
La
storia è talmente affascinante da rimanere impressa nella mente e nel cuore del lettore, e
nonostante sia un libro davvero corposo, non mi ha annoiata ma anzi ho riletto
con piacere più volte alcuni pezzi perché attratta specialmente da alcune parti
che diciamo “spiccano” rispetto ad altre. Vi è una parte in cui un uomo è rinchiuso in
una cella e perciò vi è il problema e il tema della mancanza di libertà.
Ebbene, questo mi ha fatto molto riflettere, perché l’autrice riesce a
mischiare il genere fantasy con la realtà vera e propria, in quanto anche
oggigiorno la libertà è purtroppo un diritto che manca a tante persone.
Dorian
mi ha ricordato il personaggio principale de: Il Conte di Montecristo, non solo
per il fatto di essere costretto in una gattabuia, ma anche per le emozioni che
ha suscitato in me, di pietà e commozione.
Un
altro elemento che mi ha fatto innamorare pazzamente di questo libro è stato il
fattore animali: i draghi ad esempio sono ricostruiti in maniera fedele
all’immaginario collettivo ma allo stesso tempo sono originali e dai lineamenti
eleganti, quasi divini.
“A Riccardo si fermò il cuore, ma non mollò la presa per evitare di farla scappare. Il re osservò un punto fisso della tenda e sgranò gli occhi quando dovette incrociare lo sguardo di Erys. Quella donna a cui aveva donato il suo cuore aveva la forza di un uragano.”
Tanti i personaggi in questo romanzo super corale, tante le loro sfaccettature e il loro carisma. I dialoghi sono molteplici e scritti in maniera molto credibile e ben definita, inoltre il linguaggio è pulito e spesso mi ha fatto sorridere l’incursione di qualche strega che parla in modo più colorito.
Non
mancano elementi come la lussuria, l’erotismo selvaggio che avviluppa i corpi e
li rende facili prede della seduzione notturna e di quel gelo che
contraddistingue la storia.
Ma
al contempo vi è una sorta di ossimoro, perché se da un lato vi è la freddezza
della Luna e della guerra, dall’altro vi è la passione e il fuoco che divampa,
che restituisce agli amanti quel calore che li tiene uniti e che li
contraddistingue.
C’è
molta poesia in questo libro anche se potrebbe non sembrare all’apparenza, ma
di quella poesia prosaica che va oltre tutto, perfino oltre una lastra di
ghiaccio, rompendo ogni indugio.
VOTO IN COCCOLE: 5
FIRMA DEL RECENSORE: ROBERTA CANU
*Ringraziamo l’autrice per la copia digitale*
Nessun commento:
Posta un commento