Editore: Extra Fancy Books
Data Uscita: Luglio 2021
Genere: Romance Contemporaneo
ISBN: 978-1-64658-047-7
Un’umoristica
storia d’amore proibita!
Rebecca
Quella notte passata con il Costruttore Sexy non era nei miei piani.
Non era da me ma, in un momento di debolezza, sono stata attratta dai suoi
penetranti occhi azzurri, dal sorriso affascinante e dal suo spettacoloso
muscoloso… tutto.
È stato un errore.
Solo che il giorno dopo mi chiede il mio numero e comincio a pensare che
questa cosa potrebbe avere un potenziale. Forse non è stato un errore.
E poi lo vedo di nuovo nel posto peggiore possibile e mi rendo conto che
non potrà mai funzionare. Ci sono delle regole in merito, per ottimi motivi, e
non oso superare i limiti.
Connor Rourke è
off-limits.
Non so fino a quando riuscirò a resistere alla tentazione.
Commedia romantica standalone con un lieto fine da svenire. Nessun
cliffhanger.
L’AUTRICE
Kylie Gilmore è l’autrice Bestseller di
USA Today delle serie: I Rourke; The happy endings Book Club; The
Clover Park e The Clover Park STUDS. Scrive romanzi rosa umoristici che vi
faranno ridere, piangere e allungare le mani per prendere un bel bicchiere
d'acqua.
Kylie
vive a New York con la sua famiglia, due gatti e un cane picchiatello. Quando
non sta scrivendo, tenendo a bada i figli o prendendo debitamente appunti alle
conferenze per gli scrittori, potete trovarla a flettere i muscoli per arrivare
fino all’armadietto in alto, dove c’è la sua scorta segreta di cioccolato.
Disponibile sui maggiori
store
I libri
della serie:
Royal Catch -
Gabriel (Vol. 1)
Royal Hottie -
Phillip (Vol. 2)
Royal Darling -
Emma (Vol. 3)
Royal Charmer -
Lucas (Vol. 4)
Royal Player -
Oscar (Vol. 5)
Royal Shark -
Adrian (Vol. 6)
Rogue Prince –
Dylan (Vol. 7)
Rogue Gentleman –
Sean (Vol. 8)
Rogue Rascal – Jack
(Vol. 9)
Rogue Angel – Connor (Vol. 10)
ESTRATTO
Rebecca
Sento una mano
pesante che si appoggia alla mia spalla, sorprendendomi. Dopo tutto l’uomo con
cui avevo appuntamento si è fatto vivo! Mi volto con un sorriso radioso sulle
labbra che rimane congelato mentre mi si annoda lo stomaco. È il mio ex,
abbronzato e rilassato, con i capelli castano chiaro disordinati ad arte. Che
cosa ci fa Oliver qui? Odiava questo posto, diceva che era una bettola. A lui
piacciono solo i posti da hipster che servono cibo elegante. E ha portato una
donna con sé. È bella. Maledizione. Lunghi capelli scuri ondulati, occhi scuri
con cinghia lunghissime, piena di curve e appesa al suo braccio, come se lui
potesse scappare se non lo fa. E io seduta qui, tutta sola. Sarebbe un buon
momento perché si aprisse una botola e li ingoiasse entrambi. Dev’essere qui
per vantarsi. Oliver sa che è questo il mio posto. Ha tutto
ciò di cui ho bisogno: da bere, buona musica ed è vicino al mio appartamento.
Merda. Probabilmente la settimana scorsa, mentre aspettavo il tizio numero sei,
non avrei dovuto postare una foto su Instagram del mio posto preferito per il
venerdì sera.
Oliver sorride,
ma il sorriso non arriva fino agli occhi. «Come stai, Rebecca?» La sua voce
assume un tono compassionevole. «Sei qui da sola?» Dà un’occhiata oltre la mia
spalla, dove un paio di donne stanno aspettando di sedersi e chiacchierano
animatamente. Accidenti, non potevo avere un uomo con me quando Oliver decide
di fare la sua apparizione?
Raddrizzo la
schiena, decisa a fare finta di niente. «Che ci fai qui? È un po’ lontano dalla
città, no?» Lui vive a Manhattan. Ho la brutta sensazione che sia qui solo per
sfoggiare Miss Tuttacurve davanti a me. Io sono più lunga e snella. Una volta
Oliver mi aveva chiesto perché poi mi prendessi la briga di indossare un
reggiseno. Stronzo.
Mi cade lo
sguardo su un tizio con penetranti occhi azzurri, che è appena tornato dal
bagno. Lui aggrotta le sopracciglia, come se stesse cercando di decifrare la
situazione. Probabilmente ho il panico scritto sulla faccia. Non posso
permettere a Oliver di pensare che sia pateticamente da sola in un bar il
venerdì sera perché un tizio qualunque di eLoveMatch mi ha dato buca. Non
posso.
Tolgo il
cardigan e la borsa dallo sgabello accanto al mio e sorrido al signor
Occhiazzurri, che adesso è poco distante. «Ti ho tenuto il posto, tesoro» dico
allegramente, sperando disperatamente che capisca il mio messaggio.
Il tizio accanto
al quale era seduto mi guarda in modo strano. Sento il sudore che mi scende
lungo la spina dorsale.
Il signor
Occhiazzurri si siede sullo sgabello e – allora Dio esiste – e si rivolge a
Oliver. «Ehi, sono Connor. Tu chi sei?»
Oliver sembra
stizzito. «Sono Oliver, l’ex di Rebecca. Questa è Rose.»
Rose scopre i
denti in un sorriso forzato. Guardo gli uomini con cui era seduto Connor, che
ci stanno guardando incuriositi. Oh Dio, per favore, non traditemi.
«È un piacere
conoscerti, ex di Rebecca, e Rose.» Connor mi mette un braccio sulle spalle e
mi bacia la tempia. Arrossisco, col cuore che batte forte. Non so se sia per la
vicinanza di Connor o la situazione bizzarra. Ha un profumo meraviglioso, di
mare e uomo sexy. È anche molto più grosso di me – più alto, con le spalle
large – e adoro il fatto di sentirmi minuta, per una volta. Mi sono sempre
sentita statuaria fin dalla prima media. Il mio vecchio soprannome era Lady
Liberty, come la vicina Statua della Libertà. I ragazzi possono essere così
crudeli.
Do un’occhiata a
Oliver e dico freddamente: «È stato bello incontrarti. Buonanotte».
Oliver si
schiarisce la voce. «Sono passato per farti sapere che Rose e io siamo
fidanzati. Non volevo che venissi a saperlo da altri. Ho pensato che fosse
meglio avere questa conversazione faccia a faccia, data la nostra storia.»
Stringo gli
occhi. È venuto solo per sbattermelo in faccia. Non abbiamo amici in comune,
quindi non è probabile che l’avrei saputo da qualcun altro. Pfui. In quel
fatidico ultimo dell’anno, prima aveva dichiarato che non era pronto per il
matrimonio, cosa che avevo accettato, finché aveva aggiunto che non riusciva a
immaginare di vivere con qualcuno come me per sempre. Era
stato a quel punto che mi ero seccata un po’ e lo avevo salutato con
l’augurio che ti caschi l’uccello.
«Voleva solo
essere sincero con te, viste le cose» aggiunge inutilmente Rose.
Che cosa le ha
detto Oliver? Che ero io che avevo tentato di tornare con lui
più di una volta. È lui quello che continuava a mandarmi messaggi, cercando di
vederci per fare sesso! Almeno è quello che pensavo volesse dire scrivendo che
voleva incontrarmi in modo informale. Intendeva dire nel senso di non
sposarci, ma continuare a vederci? Gli ero mancata come lui era mancato a
me? E lo avevo rifiutato seccamente. Adesso il suo ego richiede che io veda che
cosa mi sono persa.
La felice coppia
mi guarda ansiosamente.
Sono insieme da
meno tempo di me e Oliver. Prendo la mano di Connor e la stringo, prima di
incollarmi in faccia un sorriso. «Congratulazioni». Quasi mi soffoco dicendolo.
«Perché non prendete i nostri posti? Connor e io stavamo giusto per andare.»
Connor si alza e
mi aiuta a infilarmi il cardigan. Ho un enorme debito con questo tizio. Prendo
la borsa, felice di scappare.
Connor fa
l’occhiolino a Oliver. «Non vede l’ora di riportarmi a casa sua, come al
solito.»
Rido. Mi piace
sembrare una donna fiera e appassionata, nonostante il fatto che la passione
sembrasse una cosa elusiva con i miei passati boyfriend, incluso Oliver.
«Giusto.»
Connor mi prende
per mano e andiamo verso la porta. Sento gli occhi di Oliver su di me.
«Connor?» lo
chiama qualcuno. È uno degli uomini con cui è venuto. Sento il cuore che batte
come un tamburo. Eravamo così vicini alla porta, per favore, per
favore, per favore.
«Sì, ci vediamo»
dice Connor voltando la testa e accompagnandomi fuori dalla porta. Appena
usciamo sento le ginocchia che cedono per il sollievo. Ce l’abbiamo
veramente fatta?
«Dove andiamo?»
mi chiede.
«Non ne ho idea.
Continuiamo a muoverci. E grazie.» Ce l’abbiamo fatta! Mi
sento viva come se avessi appena corso una gara di corsa a ostacoli e l’avessi
vinta. Vittoria! E la folla impazzisce! Sono gasatissima.
«Si capiva che
era uno stronzo da un chilometro di distanza. Non permettergli di rovinarti la
serata. C’è un altro bar che mi piace a due isolati da qui, con un giardino sul
retro. Ti va bene?»
Mi rendo conto
di colpo che in un certo senso questa sera ho un appuntamento. La sua mano è
calda e callosa contro la mia, sta camminando lentamente come se fosse un tipo
rilassato e tranquillo, uno stato che cerco di raggiungere da tempo.
«Certo»
cinguetto nervosamente. Cioè, non so nemmeno le cose fondamentali di lui,
quelle che potrei conoscere da un profilo online – le tre cose di cui non può
fare a meno, le cose che lo appassionano e il modo in cui i suoi amici lo
descriverebbero. Non mi sembra giusto fargli un interrogatorio però, visto che
mi ha appena salvato.
Gli do
un’occhiata di sottecchi e mi si secca la bocca. È favoloso. Prima
ero troppo presa dal panico per apprezzare in pieno la sua bellezza. Folti
capelli castano scuro, un po’ lunghi in cima, zigomi alti, una mandibola
squadrata con appena la quantità giusta di barba. La t-shirt blu scuro aderisce
alle spalle muscolose, petto ampio, bicipiti strepitosi. Sento le farfalle
nello stomaco, e più giù, una pressione che mi ricorda da quanto tempo non sto
con un uomo. Troppo.
Distolgo in
fretta lo sguardo, sperando non abbia notato che lo sto fissando. Un desiderio
così istantaneo è una cosa nuova per me, ma non ho intenzione di fare qualcosa.
Non è da me, ecco tutto.
Stiamo per
svoltare l’angolo quando vedo Oliver e la sua nuova fidanzata che se ne vanno
con la sua Porsche rossa. È ridicolo avere un’auto vivendo in città. Pensavo
che l’auto fosse un segno del suo successo, ma ciò che vedo ora è solo un’altra
cosa che serve ad aumentare la sua autostima. Oliver e io eravamo entrambi
ossessionati dalla ricerca del successo e forse è quello il motivo per cui per
un po’ le cose hanno funzionato tra di noi. Sono contenta di aver abbandonato
quel tipo di vita perché, semplicemente, non si raggiunge mai un punto in cui
ci si sente sodisfatti del traguardo raggiunto. Si continua a girare in circolo
in un ciclo continuo di lavoro, lavoro, lavoro.
A metà dell’isolato,
Connor mi ferma e prende il telefono dalla tasca posteriore dei jeans. «Lascia
che mandi un messaggio ai miei fratelli. Probabilmente si staranno chiedendo
che diavolo è successo là dentro.»
«In effetti, il
mio ex se n’è appena andato, quindi se vuoi restare con loro non importa.
Sembra che abbiate un mucchio di cose di cui parlare.»
I suoi intensi
occhi azzurri si fissano sui miei mentre dice seccamente. «Non ti servo più.»
Oh no, l’ho
insultato. Gli metto una
mano sul braccio, sentendomi immediatamente contrita. Il suo braccio è come
marmo caldo, tutti muscoli scolpiti. Mi lecco le labbra e cerco di trovare
qualcosa per rassicurarlo, per impedirgli di sentirsi offeso. Devo smettere di
toccarlo per riuscire a pensare. «Non è così. Ho apprezzato tantissimo che sia
venuto in mio soccorso. Il mio ex voleva semplicemente sbattermi in faccia la
sua nuova fidanzata dopo aver rotto con me perché non riteneva di potersi
impegnare. Mi piacerebbe bere qualcosa con te, ma solo se non ti senti
obbligato. Avevi già programmato la tua serata.»
Fa un mezzo
sorriso. Le mie dita formicolano per il desiderio urgente di toccare la sua
mandibola, la barba corta. «Allora torniamo indietro e beviamo qualcosa.»
Sorrido.
«Certo.»
È silenzioso
mentre camminiamo e mi fa sentire il bisogno di dire qualcosa.
«Grazie ancora
per essere venuto in mio soccorso» dico.
«Lieto di averlo
fatto. Volevo conoscerti, ma ho pensato che stessi aspettando qualcuno, dato
che avevi tenuto un posto con la tua roba.»
Le mie guance
diventano di fuoco. Alla faccia di fare una buona impressione. Come prima cosa,
è ovvio, vedendo il mio ex, che ho un pessimo gusto in fatto di uomini e,
secondo, è chiaro che mi hanno dato buca.
«La mia amica è
stata trattenuta al lavoro» dico, mentendo spudoratamente. «Non avevo un
appuntamento.»
Lui inclina la
testa.
«Non ti avevo
mai visto al Twisted Chord» dico.
«Già. Di solito
andavo in un bar nel mio vecchio quartiere, ma adesso abito qui.»
«Allora vuol
dire che probabilmente ti vedrò lì regolarmente.» Sento una scarica di
adrenalina a quel pensiero, il polso accelera, ho tutti i sensi all’erta. Stia
calma! Non ho mai avuto una reazione così intensa nei confronti di un
uomo appena incontrato. Non posso permettere che la veda.
«Dipende. Non
frequento più tanto i bar. Ci sono andato più che altro per i miei fratelli.»
Vorrei
chiedergli che cosa gli piace e come incontra la gente. Forse usa un’app per
gli incontri, come me. Sembra una domanda troppo personale, quindi tengo la
bocca chiusa.
Arriviamo
all’ingresso del bar e Connor apre la porta per me. Un gesto semplice, che però
mi fa fremere. Le buone maniere per me sono qualcosa di molto speciale.
Connor mi
sorride quando lo sfioro entrando e sono così ammaliata dal suo profumo sexy e
pulito e dal modo in cui il sorriso gli illumina tutto il volto che non riesco
a distogliere gli occhi.
Bam! Cado di traverso sulla porta,
piombando come un masso sul pavimento di piastrelle. Ahi, ahi, ahi. Avevo
dimenticato il gradino. Nel bar piomba il silenzio, tutti gli occhi sono
puntati su di me. Resto lì, sul fianco per un attimo, il volto infuocato, il
fianco che fa male. Più che altro è il mio ego che è rimasto ammaccato. Sarebbe
così terribile fare per una volta bella figura davanti a quest’uomo?
Connor si china
verso di me. «Rotto qualcosa?»
«No.» Faccio per
alzarmi quando lui mi solleva dal pavimento, mi prende in braccio e mi porta a
un intimo tavolo per due nell’angolo in fondo.
Sento ancora gli occhi di tutti su di me, ma io guardo solo il mio eroe. Connor, cognome sconosciuto. Un principe tra gli uomini.
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