Titolo: Gli ultimi saranno i primi
Autore: Martino Sgobba
Editore: Dialoghi
Genere: Racconti umoristici
Data di pubblicazione: 20 dicembre 2020
Serie o autoconclusivo: Autoconclusivo
Formato: Cartaceo euro 13,30 euro
TRAMA:
Le questioni scolastiche sono talmente serie e
complicate che a volte, per non cedere allo sconforto, conviene parlarne
ricorrendo all’umorismo. In questi racconti, ben lontani dal politically
correct, si individuano problemi importanti e li si confronta con dispute
teologiche intricate, ma proprio per questo capaci di illuminarne gli aspetti
più gravi e, nel contempo, comici. Con una scrittura ricca di invenzioni
linguistiche, le nove storie presentano una divertente, ma anche amara,
galleria di studenti, insegnanti e presidi somiglianti a quelli che tutti non
dimenticano: ciascuno con le proprie manie, ansie e miserie.
RECENSIONE
Nove
racconti che cercano in ogni modo possibile di arrivare a una verità, o almeno
concentrarsi in dottrine, in equazioni mentali, matematiche e socio-politiche.
Verità che, come dice Gesù (io sono via, verità e vita), non smette mai di
sorprendere con il suo sagace e pungente umorismo nero, ma a tratti anche
velato di sfumature rosa.
“Nella condivisione della passione teologica, si erano trovati sempre concordi sulle questioni esegetiche, fatta eccezione per una innegabile divergenza sulla valutazione della parabola dei lavoratori della vigna: Prono accettava il significato più semplice, Verticale si ostinava a cercarne uno alternativo e più ragionevole.”
Questo libro
di racconti è una perla letteraria, immancabile nella libreria di una persona
colta che vuole credere ancora in qualcosa, in un Dio quasi Manzoniano, ma
anche D’annunziano. C’è non solo la prosa, ma anche il manierismo, l’arte di
divulgare perfettamente le teorie antiche di tempi che però rispolverati si
risollevano e risorgono a vita nuova.
La
psicologia, la filosofia, la fisica e altre materie molto importanti e
intuitive celano, dietro le loro piccole e trasparenti maschere, tutto
l’appalto scolastico, tutta la gioia di vivere delle professoresse, degli
insegnanti dai nomi quasi pazzerelli, ironici, sardonici. Nomi che si legano a
termini latini, che assomigliano a neologismi o ad arcaismi quasi inventati, e
tutto questo è incredibilmente bello, tutto questo è magia in questa raccolta
così varia, che seppure distante dal romanzo, sembra essere un racconto
lunghissimo. Infatti sembra quasi che i personaggi vivano in ambienti e
situazioni talmente strani ma realistici per assurdo, da trovare nella società
e nella religione, che è caposaldo della raccolta dei racconti in questione,
delle virtù, delle bellissime ricerche interiori, morali, e anche immorali
talvolta.
Un libro non
semplice, affascinante in tutto il suo mondo, nel modo interiore di essere
eclettico, in un anatema dai vasti riordini, circondato da veri ricordi
altamente politicamente scorretti ma mai volgari o di costumi sporchi,
vicendevolmente equiparati nella loro virtù di far religione senza peccare.
“Figlia di una diversa sensibilità spirituale e, visti i cognomi, anche corporale, questa differente posizione critica non aveva mai messo in discussione la loro leale collaborazione nel gruppo di ricerca, ma era emersa con tutta evidenza in ambito professionale, proprio durante una difficile crisi scolastica, peraltro soltanto da poco superata.”
La santità,
Padre Pio, i passi del Vangelo, la Bibbia, il Rosario con i suoi misteri, che
qui si presentano come dottrine rivisitate in chiave sarcastica ma efficiente,
sono tutti collegati da un unico occhio che vede e tutto muove, tutto consulta,
come il preside di una scuola: Dio.
Lo stile dei
racconti è molto pulito, scorrevole, non c’è mai un refuso, un piccolo errore
di distrazione o un dettaglio fuori posto. A mio avviso un libro - manifesto, una serie di racconti che traccia un
solco nella storia della letteratura, una linea del tempo che va vissuta e
presa per la coda, come il serpente della Genesi, il Diavolo.
Ho trovato
le storie davvero molto feconde e interessanti, pregne di umorismo scolastico
ma anche di insegnamento, la didattica infatti può essere vera e costruttiva
anche su basi ilari e anzi è giusto che lo sia, dato che i più giovani spesso
si rabbuiano quando devono accostarsi alle materie che ritengono noiose, specie
la religione che invece ha di per sé, a mio avviso, tutte le caratteristiche
per essere il fondamento della cultura.
“Dopo i primi tre pomeriggi di recita del Rosario, per acclamazione sollecitata dalla Teano, Vandàla fu nominata conduttrice della preghiera e la sacra litania assunse un cipiglio diverso, potremmo dire un cipiglio marziale, con pause più brevi di un respiro e ripartenze velocissime.”
Dio, a voler
ricordare una canzone famosa, sembra morto in certi casi, ma siamo sicuri che
spesso non sia semplicemente a causa della poca fede degli uomini? Dio, come
diceva un’altra famosa canzone, stavolta americana, è uno di noi!
VOTO IN
COCCOLE: 5
ROBERTA CANU
*Ringraziamo l’autore e la casa editrice per la copia digitale*
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