Titolo: Nascosti dal mondo
Autore: J.W. Kilhey
Genere: Narrativa Storica
Editore: Triskell Edizioni
Data uscita: 27 gennaio 2016
Pagine: 411
Sinossi:
Franklin D. Roosevelt ha detto: “Nessun uomo e nessuna forza possono abolire la memoria.”
John Oakes e Kurt Fournier sono la prova vivente della verità dietro quelle parole. Sin dai tempi degli orrori della Seconda Guerra Mondiale, John e Kurt hanno arrancato per portare avanti le loro esistenze, sanguinando da ferite che non sono mai guarite. Ora si ritrovano nel 1950: la guerra può essere finita, ma la battaglia per trovare la pace è appena iniziata.
John, dottorando alla UC Berkeley e veterano, fluttua attraverso la vita del dopoguerra fino a quando coglie il misterioso Kurt a suonare di nascosto un pianoforte all’università. John pensa di poter trovare un po’ di conforto in compagnia di Kurt ma non sa come creare una connessione con quell’uomo che vive una vita di prudente solitudine. Senso di colpa e rammarico minacciano di invalidare le loro speranze di avere una vita normale. Nessun uomo è un’isola, quindi John e Kurt devono mettere a rischio il loro cuore per trovare la felicità. Sfortunatamente, i ricordi e le paure possono paralizzare anche la persona più forte.
Recensione:
«Non le piace parlare.»
Solleva lo sguardo e io cerco una conferma.
«Vero?»
Con un’espressione che è quasi un sorriso, ma non proprio, guarda il cielo e dice: «A volte c’è molto più da dire tacendo che con le parole.»
Seguendo il suo sguardo, osservo le nuvole muoversi in silenzio.
Dalla sinossi si evince di cosa andiamo a leggere in questo romanzo, un romanzo che sa tanto di testimonianza per dare voce ad accadimenti avvenuti durante la seconda guerra mondiale.
Di solito quando parliamo di olocausto il nostro pensiero corre a quell’ebraico, ma pur se a volte è sembrato solo sussurrato, ci è giunta voce di cosa non tollerava il Reich, di come la sua razza ariana doveva essere libera da tutto ciò che causava imbarazzo e intolleranza, tra questi c’erano gli omosessuali che dovevano essere cacciati perché il loro essere era reato quindi condannabile.
Però è anche vero che di questi uomini non si sa nulla o quasi, ecco perché ho amato profondamente questo libro, senza ombra di dubbio l’autrice si è documentata con certosina perizia su questi dati, per cui non ho dubbi che le atrocità siano vere tanto quanto atroci e crudeli.
Leggere la storia di Kurt è stato devastante, mi ha dilaniato il cuore e ho sentito sulla pelle il suo dolore, la sua angoscia, la sua disperazione.
Ma Nascosti dal mondo non ci regala uno scorcio di tragedia solo su Kurt, entra in scena anche l’angoscia, il senso di colpa di John, il suo non riuscire a dimenticare ciò che ha visto e ciò che ha fatto.
Questo fa la guerra, questo fa l’inumanità dell’uomo, questo fa la crudeltà di molti di essi.
Allora ci si chiede: cosa rende l’uomo diverso da una belva? Forse l’aver compreso le atrocità e cercare di non commetterne più? Verrà mai un giorno in cui atrocità del genere non saranno più perpetrate?
Non so se in futuro sarà possibile, ma a distanza di 70 anni e più dall’orrore della guerra, ancora sentiamo notizie di situazioni che non sono cambiate, ci si è solo spostati verso altro, verso nuovi modi di essere crudeli, ma l’uomo continua a essere cattivo.
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