RECENSIONE IN ANTEPRIMA: La trasparenza del camaleonte di Anita Pulvirenti




Titolo: La trasparenza del camaleonte
Autore: Anita Pulvirenti
Editore: DeA Planeta Libri
Genere: Narrativa contemporanea
Data uscita: 20 gennaio 2020
Formato: Ebook 7,99€ Cartaceo 12,75€


SINOSSI

Carminia non riesce a guardare nessuno negli occhi. Vorrebbe che non le rivolgessero mai la parola,nemmeno per augurarle buongiorno. 
Il minimo ritardo la infastidisce, un quadro storto la infastidisce. Ha un menu fisso per ciascun giorno della settimana, un ordine preciso per vestirsi ogni mattina, un modo corretto con cui la carta igienica deve scorrere sul portarotolo, e diciotto copie del suo libro preferito in soggiorno, su uno scaffale. Rifugge qualsiasi rumore o semplice contatto umano. La verità è che le persone sono d'intralcio alla sua esistenza. Carminia ha la trasparenza del camaleonte, la stessa capacità di adattarsi alle situazioni in cui si trova e, in quelle, sparire. Eppure soffre per tutto ciò che non le riesce, la disturba, non le viene naturale: ha la sindrome di Asperger, ma ancora non lo sa. È solo quando finalmente le viene diagnosticata, e la madre sembra riemergere da un'infanzia ormai lontanissima, che il suo mondo di ordine e routine comincia a vacillare.
Insieme a Rebecca, una bambina impertinente e linguacciuta, Carminia si troverà allora a dover fare i conti con se stessa, con il suo modo di abitare il mondo e con ciò che significa, alla fin fine,
normalità.

RECENSIONE

La sindrome di Asperger è qualcosa che rende unici, speciali, ma allo stesso tempo isola dal mondo.
Questo è ciò che accade a Carminia da ormai quarant’anni, ovvero dalla sua nascita. Vive su un’isola, non ama la gente, anzi proprio odia le persone, il vociare, la folla, e preferisce di gran lunga la musica classica e i libri: in particolare un volume intitolato la bambina del cielo, che sembra parlare proprio di Rebecca, la vicina bambina che ogni tanto le fa visita e che sembra alleviare le sue sofferenze.
Non si può guarire da questa sindrome, ci si può solo convivere. È come se il camaleonte non volesse essere trasformista ma invece per natura lo è. La metafora del camaleonte sulle donne con la sindrome di Asperger è proprio una costante, e come dirà Carminia: Tutti i gatti sono Asperger.
Forse perché negli animali vi è quella sottile linea di comprensione, vi è la sensibilità che ha maggiormente rispetto ad altre persone un soggetto colpito dallo spettro dell’autismo.

“Carminia, quando esce di casa, indossa sempre un paio di occhiali da sole. Perché se qualcuno le parla, non riesce a guardarlo negli occhi.
Per questa ragione dicono di lei che sia poco socievole, timida quando va bene, acida o antipatica nella peggiore delle ipotesi. Il problema, invece, è che nessuno la conosce davvero.”

Un libro rivelazione che commuove e si mette a nudo, come un camaleonte che con i suoi colori si mischia allo sfondo del suo habitat o dell’ambiente in cui viene posto, per distruggere quelle politiche di vita scorrette, quel bullismo perpetrato per anni su ragazzini che vengono visti come ‘diversi’ e incompresi solo perché invece hanno bisogno di più tempo e più spazio.
Fa riflettere, fa amare, fa respirare aria pulita.
Il libro ha uno stile semplicismo, infatti lo si legge in poco tempo, sembra che il lettore ci si ritrovi nonostante magari non soffri di questa patologia di cui si sta parlando sempre di più negli ultimi tempi. Tanti personaggi illustri come scrittori e illustratori o comunque artisti soffrono dalla nascita della sindrome di Asperger, ma poche persone si informano su cosa sia realmente. Questo libro mi è parso una sorta di saggio, un monologo interiore, anche perché i capitoli sono pochi e i dialoghi sì sono presenti ma trascritti senza le virgolette, quindi vi è molta modernità e originalità.
Il testo non presenta nessun refuso, ho apprezzato molto la forza di volontà di Carminia che riesce comunque a ritagliarsi uno spazio tutto suo malgrado il mondo la spinga fuori dal suo nucleo, dal suo centro, dal mantello che invece dovrebbe proteggerla.
Se posso fare un paragone, mi ha ricordato moltissimo una lettura fatta tempo fa: L’eleganza del riccio.
Lo stile e l’eleganza vera e propria dei due libri e la metafora degli animali seppur diversi mi fanno accostare questo romanzo a quello scritto precedentemente a questo del camaleonte da un’altra autrice, non italiana.
La ricerca, la costanza, il dubbio, la pace interiore, la disperazione. La protagonista soffre anche di ansia e attacchi di panico, mostri comuni che pervadono la nostra società, influenzando il lavoro, le
nostre vite, le nostre scelte più ovvie.
Per 40 anni Carminia pensa di essere stramba, pensa di essere isolata perché è lei ad essere un problema e non lei ad AVERE un problema.
“Sindrome…
Sindrome…
Sindrome…
Non pensa ad altro. Stesa sul letto, con gli occhi al soffitto, ripassa a mente tutte quelle che nell’arco della vita le hanno detto fossero sue stranezze. Ma stranezza non significa nulla, se non qualcosa di incomprensibile. Le sue stramberie sono in realtà un modo per creare situazioni confortevoli per sé, che non disturbano la libertà degli altri, che non ledono alcun diritto altrui, semmai rivendicano quello di essere lasciati in pace.”
Nemmeno le diagnosi la aiuteranno, perché i medici si sa non sempre curano al modo esatto.
La pace dell’anima Carminia la troverà sul serio oppure la nonna e la madre non faranno altro che aumentare i suoi sensi di colpa nei confronti della realtà facendola sentire inutile e depressa?
E l’amore? Il libraio che spesso le fa la corte, Fabio, sarà il suo principe azzurro per davvero oppure la eviterà come la peste alla fine?

Do al romanzo ben 5 coccole perché merita davvero il massimo dei voti.

RECENSIONE A CURA DI ROBERTA CANU.

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