Titolo: Assedio
Autore: Daniela Barisone & Alex Montagono
Genere: Avventura- horror
Editore: PubMe
Data uscita: 9 settembre 2019
Pagine: 184
Prezzo cartaceo: €8.99 - ebook: €1,99
Sinossi:
Londra, 1897. I morti si risvegliano dalle loro tombe, assalendo chiunque capiti loro a tiro e cibandosi di carne umana. In questo quadro di terrore, Sherlock Holmes e il dottor John Watson si ritrovano asserragliati nella Torre di Londra insieme alle loro nemesi: James Moriarty e Sebastian Moran. A far loro compagnia il fratello del celebre investigatore, Mycroft Holmes e William Bell, il biologo che sta cercando di scoprire di più su quanto accaduto.
Uniti nel comune intento di portare a casa la pelle sana e salva, i quattro difendono la Torre con ogni mezzo, ma i morti viventi non sono ciondolanti esseri senza cervello e riescono a sfondare le loro difese.
Incipit del libro:
«Oh dannazione!» sbottò Watson, abbandonando il diario. Accartocciò la pagina e la gettò oltre le mura, diretta verso una calca di creature rantolanti e putrefatte. «Già è complicato mantenere un barlume di sanità mentale in queste condizioni, figuriamoci con lei che spara ogni minuto!»
Sebastian Moran voltò appena la testa, scaricando un bossolo vuoto dal Lee-Enfield modificato e incamerando un altro colpo. «Watson mi chiedo seriamente come lei abbia potuto affrontare la guerra se detesta così tanto i proiettili. Siamo qui per pattugliare le mura, non per scrivere il suo dannato diario».
Recensione:
Partiamo dal fatto che questo libro fa’ parte di una collana, quindi bisognerebbe leggere anche gli altri volumi per comprendere meglio la storia, ma a quanto pare quella che vi racconterò in breve (avendola letta velocemente perché molto corta ma ricca di contenuti) contiene scene splatter e horror a dosi e livelli massicci.
Siamo a ritroso nel tempo, 1897, Londra. I morti si risvegliano dalle loro tombe in cerca di cibo, carne umana come la loro. Assalgono chiunque gli capiti a tiro e in questo quadro disumano e di terrore i nostri cari e conosciutissimi Sherlock Holmes e il dottor Watson (elementare eh?) si ritrovano asserragliati nella famosa Torre di Londra insieme a due colleghi ben strampalati: James Moriarty e Sebastian Moran. Inoltre vi sono Mycroft Holmes ( fratello del famoso Sherlock) e William Bell, biologo di fama che sta cercando di scoprire qualcosa in più su questo pazzo morbo che fa’ resuscitare i cadaveri e li rende vivi. Uniti a tirar le cuoia in caso di possibilità per far luce su quanto stia accadendo, i morti ( sempre più forti che mai) faranno in modo che i quattro ( in realtà ci sarà anche una donna alla fine) non riescano a scappare così tanto facilmente…
Tema caro a George A. Romero, anzi oserei dire padre vero e proprio degli zombie, questo libro (piccola novella godibilissima) mi ha ricordato un altro libro che però ho solo sentito nominare e che riprende il tema di Jane Austen Orgoglio e Pregiudizio inserendo però anche la parola zombie… Orgoglio E Pregiudizio e Zombie.
<< Questa malattia, a mio avviso, non è sorta in maniera naturale>>.
Watson strinse le dita sul fucile, mentre dentro di sé risuonava forte e chiaro il Giuramento di Ippocrate che tanti anni prima aveva pronunciato con l’intenzione di diventare medico.
‘’Giuro per Apollo medico e Asclepio e Igeia e Panacea e per tutti gli dei e per tutte le dee, chiamandoli a testimoni, che eseguirò, secondo le forze e il mio giudizio, questo giuramento e questo impegno scritto…
In un libro in cui l’economia e l’assetto socio-politico vengono declassati e l’industria inglese sembra sul punto di crollare da un momento all’altro a causa del morbo inizialmente senza nome, gli zombie corrono veloci contro l’essere umano, insozzando il mondo, riducendolo in poltiglia proprio come le loro teste quando qualcuno punta loro il fucile.
L’idea è buona, anzi, ottima, ma manca qualcosa… ho notato dei refusi, degli errori ortografici qua e là che spezzettano il buon avviso nel leggere un ottimo libro per due o tre ore, togliendo la sensibilità dell’horror, quella raffinatezza pura estatica che mette però i brividi.
E’ certamente ovvio che il libro merita tutta la mia approvazione altrimenti il lavoro degli autori non varrebbe a nulla per carità, ma non posso mettere il massimo degli abbracci, perciò mi sento di darne solamente tre.
Si rivide, giovane ed entusiasta, ormai molti anni prima. L’idea che qualcuno potesse volontariamente causare un morbo simile gli strappava via l’anima.
<< Non riesco a credere che qualcuno possa volontariamente desiderare una cosa del genere, Holmes>>.
<<Lo so, impossibile anche solo da pensare<< gli concesse l’investigatore, con aria cupa.
Nonostante io adori i libri horror (qua c’è anche la tematica ‘gialla’ ma non rovina la situazione generalizzante o il contesto in cui gli zombie sono stati posti) questo l’ho trovato un po’ troppo noioso e troppo irriverente in certe parti che io avrei tralasciato.
Nella novella troviamo i morti viventi ma non vengono citati a loro giudizio, non vengono messi in mostra, non si parla molto di loro bensì di altro.
L’assedio c’è ma è quasi un gioco. Mi dispiace perché un libro così ha tutte le potenzialità per diventare qualcosa di ben altro, un libro davvero denso e intenso di cose, di contenuti, di storia!
Ho notato una frase che mi ha fatto pensare al film ‘L’alba dei morti viventi’ che non citerò per non svelarvi troppo, comunque vi dico solamente che parla dell’Inferno e di come gli esseri umani vaghino sulla terra.
<< Non lo so amico mio, più guardo quest’ordine, più mi sento strano, come se fossi un coniglio nella tana di una volpe. Andrò a chiamare gli altri, intanto ne approfitto per fare un altro giro della casa>>
Quando si tratta di persone, è sempre vero che la subcultura di genere tende alla massa, e questa ‘massa’ in questo caso è l’essere non supremo, non è l’uomo ma quasi l’uomo estinto, l’abnorme mostro che si cela dietro l’albero e ringhia. Ma lo stile, lo stile deve essere impeccabile e risoluto!
Invece nonostante sia semplice e colloquiale, diventa noioso a furia di seguire le vicissitudini dei cinque che con gran fatica si fanno spazio verso la vittoria o la perdita del lume della ragione, questo sta a voi concordarlo. Infine, se le basi devono essere uguali a quelle delle altre storie sui morti viventi, almeno bisognerebbe OSARE e far sì che il lettore abbia il bisogno e la necessità quasi di MORDERE quelle pagine a vita, per risorgere a nuova felicità.
Roberta Canu
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