Daniela Tess
Lettrice compulsiva e
scrittrice di romances. Vive a Roma, della cui storia è un’appassionata. Ama
viaggiare, adora l’estate e il mare, elemento che ritiene un toccasana per il
suo spirito, un naturale antidepressivo. Sogna una casa con terrazzo dove far
spaziare lo sguardo e dove inseguire le sue visioni. Sì perché da quando ha
iniziato a scrivere non si è più fermata. Lei non “pensa” alle sue storie, lei
le “vive” nella sua mente, le appaiono come film precostituiti. Può solo
assecondarle e seguire i caratteri capricciosi dei personaggi che affollano la
sua mente. Vorrebbe avere più tempo per leggere e “creare trame” ma è anche
consapevole di amare i suoi alunni e ritiene l’insegnamento una “passione” a
cui difficilmente potrebbe rinunciare. Vedere occhioni spalancarsi di curiosità
ed entusiasmo è un’emozione irrinunciabile nonché una responsabilità grande e
gratificante. L’avvicinamento alla scrittura è stato graduale. Dapprima Daniela
è stata una lettrice onnivora, amante soprattutto di gialli e rosa. Dopo aver
letto migliaia di romances, un bel giorno, in un forum, raccolse una sfida:
avrebbe provato a scrivere una fan fiction storica, ambientata nell’Ottocento
inglese. Il primo capitolo nacque come d’incanto…finalmente le sue fantasie
avevano la possibilità di liberarsi e correre a briglia sciolta. Nel suo primo
romanzo ha messo gli elementi per lei ideali di una storia: un’eroina bella,
dolce, generosa e determinata a perseguire i suoi ideali e la felicità; un eroe
forte, onesto, romantico e passionale; un amore contrastato, inaspettati colpi
di scena e tanta introspezione psicologica. Daniela ama scavare nell’animo dei
suoi personaggi, rivelarne l’anima nascosta. Nelle sue storie, ricche di “coup
de theatre”, spesso nulla è come appare.
- bibliografia completa
Serie “Un amore
proibito”.
1) Un amore proibito-
Origini #1 trilogia
2) Un amore proibito-
Orgoglio #2 trilogia
3) Un amore
proibito-Oltre #3 della trilogia
4) I Racconti di un amore
proibito (due racconti spin off della trilogia)
5) Un amore proibito: la
trilogia completa e i racconti (riedizione della trilogia in un unico volume
con il racconto ad essa collegato)
Serie “Un amore Incancellabile”
Un amore Incancellabile: Ritorno- #1 di una trilogia
Un amore Incancellabile: Rimpianti- #2 di una trilogia (pubblicato il 28 febbraio 2022)
Un amore Incancellabile: Rinascita- #3 e ultimo di una trilogia, data di pubblicazione 30 giugno, dal 12 marzo in pre-order).
Sito: www.danielatess.com
Ig e fb: danielawritess
Un amore incancellabile: Rinascita
3° e conclusivo volume della trilogia “Un amore
Incancellabile”.
Uscita: 30 giugno 2022
Genere: historical romance
Pagine 450
Prezzo ebook: € 2,99
in pre-order dal 12 marzo
Prezzo cartaceo: € 14,99
Disponibile su Amazon, anche con Kindle Unlimited
Eve e Richard si sono
ritrovati ma le cose tra loro sono molto complicate: il passato fatto di bugie,
tradimenti, equivoci, sembra separarli inesorabilmente. Eve non è più la donna
che conosceva Richard; ora nasconde un segreto e non è disposta a rivelarlo
all'uomo. Dal canto suo anche Richard è cambiato: l’amore lo ha toccato e
rivuole la donna del suo destino, a tutti i costi. Eve sarà disposta finalmente
a credergli e a dargli una seconda possibilità? Ma cosa accadrà quando il
diavolo scoprirà i segreti del suo angelo?
Simon e Celeste sono a un
bivio: un ritorno dal passato costringerà la donna a rivelare scomode verità,
tali da mettere in pericolo la vita dell’uomo di cui ora è follemente
innamorata. Cosa sarà disposta a fare, per proteggerlo? Simon intanto, ignaro
di tutto, scopre qualcosa di sconvolgente sulla sua precedente relazione.
Tornano gli eredi dei
Tresham nell’ultimo, appassionante e romantico capitolo della trilogia. Tutti i
segreti e le verità usciranno allo scoperto, ma i sentimenti saranno più forti
di tutto? L’amore potrà davvero rinascere?
Estratto n°1
Eve, amore mio, finalmente ti ho ritrovato…
Lei era pallida da far paura, sembrava aver visto un fantasma e forse era
davvero così. Richard era in piedi, di fronte e la guardava, l’adorava con lo
sguardo, come avrebbe voluto fare con le parole e con il corpo, con l’anima e
il cuore, con tutto se stesso. Era bellissima, ancora di più; aveva una luce,
un’aura, non riusciva a capire cosa fosse. Certo era che non la vedeva sciupata
come aveva temuto, forse solo un po’ pallida ma incantevole. Dovette stringere
le mani a pugno per impedirsi di stringerla tra le braccia. Ma proprio mentre
stava per parlarle, si accorse che qualcosa non andava. Il suo pallore, la
sorpresa, non erano spariti. Vide la sua apparente serenità infrangersi e
andare in mille pezzi. Aveva il respiro affannoso e il volto era diventato
cinereo. Con le mani prima annaspò, come se le volesse mettere tra di loro,
come se volesse usarle contro di lui. Poi, però, inspiegabilmente se le posò
sui fianchi, sul ventre nascosto dal cappotto e cominciò a dondolarsi come una
bambina mentre tra calde, grosse lacrime ansimava quelle parole: «Tu… no, non è
possibile, non è vero, non puoi».
Lui la
guardò, ora leggermente preoccupato. Gli sembrava che impallidisse sempre di
più, se ciò era possibile. «Sì, invece, sono io, sono qui per te, per
riportarti a casa». Ma proprio mentre diceva quelle parole, nudo, vulnerabile,
proprio mentre faceva parlare il suo cuore senza freni, senza difese, lei reagì
in un modo inaspettato e sconvolgente. Non riuscì a terminare la sua
appassionata dichiarazione perché la giovane donna si afflosciò a terra come
una bambola spezzata, priva di vita e di ogni volontà. Fu lesto a reagire; si
precipitò da lei appena in tempo per evitare che rovinasse a terra,
completamente. L’afferrò per le braccia e la sostenne. «Dio Eve, cosa succede?
Non fare così. Sembra che tu abbia visto un fantasma. Perdonami, non volevo
causarti un trauma, non vorrei mai che ti accadesse qualcosa. Vieni amore,
appoggiati a me. Siediti!». Ma proprio mentre stava per depositarla su una
poltrona, proprio mentre le lasciava le braccia per afferrarla alla vita fu lui
a rimanere scioccato. Stava godendo della sensazione di quel corpo fragile,
delicato, tra le sue mani. La toccava come se ne avesse tutti i diritti ma nel
contempo la sfiorava con rispetto e venerazione. Sapeva che non doveva forzare
le cose: doveva farle capire quanto amore provasse, quanto amore avesse nel suo
cuore. Voleva chiederle perdono e farle capire quanto la considerasse preziosa,
unica, insostituibile. Ma mentre l’afferrava alla vita si accorse che quel
corpo stupendo che conosceva benissimo, per averlo amato, percorso, baciato
innumerevoli volte nella loro unica notte d’amore, improvvisamente gli era
sconosciuto. Non poteva essere Eve quella che nascondeva un dolce segreto sotto
quel cappotto logoro e informe. Era andato per sfiorare, accarezzare e aveva
sentito qualcosa di diverso: non più la vita sottile, i fianchi leggermente
arrotondati, il ventre piatto. Quello stesso ventre, era ora arrotondato,
pieno, riempito dal seme della vita, dal seme di un uomo.
Un uomo che
non poteva essere lui, concluse, con lo sguardo che, per ironia del destino,
aveva già trovato la terribile risposta nelle mani bianche, affusolate di lei
dove, all’anulare, splendeva una piccola, sottile vera d’oro. Non era la sua,
non era quella del loro finto matrimonio, era diversa. Eve era diversa. La
terribile verità lo schiaffeggiò in pieno viso; era di un altro, aspettava
irrimediabilmente il figlio di un altro. La lasciò, subito, non appena fu certo
che fosse seduta, come se scottasse, come se non sopportasse più di tenerla tra
le sue braccia, come se quel contatto che aveva anelato giorno e notte per dei
lunghi mesi, ora lo ripugnasse ed era così anche per lei. Non era felice di
vederlo, era quasi svenuta; aveva avuto un malore, non appena si era resa conto
di chi fosse il suo visitatore. Ora piangeva, senza freni. Si era irrigidita e
divincolata quando lui le aveva sfiorato la vita e ora lo guardava tra le
lacrime con sguardo duro, colmo di odio. Uno sguardo che voleva ferire, che lo
sfidava a dire qualcosa, a criticarla. La fissò di rimando con la stessa
durezza, con la stessa voglia di combatterla, di farle del male, come sentiva
che lei stava facendo con lui.
«Che
sorpresa, non me l’aspettavo proprio». Fu lui il primo a parlare, man mano che
prendeva coscienza di quello che aveva davanti e che diveniva consapevole di
quanto vuota fosse ormai la sua vita e priva di scopo. Ebbe una gran voglia di
distruggere tutto, anche Eve, soprattutto lei perché stava distruggendo lui.
«E così, cara Eve, non siamo più da sole. Stupido io che mi sono preoccupato
per tutti questi mesi che fossi in pericolo, spaventata. Che idiota sono stato!
Non solo stai benissimo ma vedo che hai usato le tue notevoli doti per trovarti
un protettore. Complimenti, mi hai giocato. Non me lo aspettavo proprio, potevi
dirmelo subito. Mi sarei risparmiato di fare la figura dell’idiota».
Lei reagì
immediatamente, come lui voleva. Aveva voglia di ferirla, di ucciderle l’anima
così come sentiva che stava morendo la sua. «Come ti permetti? Non ti ho
chiesto io di venire qui. Non mi aspettavo certo di vederti. So cavarmela da
sola; e se proprio vuoi saperlo…» Di colpo Eve si interruppe. Che pazza era!
Stava per rivelargli che era sposata da appena un mese ma così gli avrebbe
fatto capire che il bambino non era di suo marito. In quel momento benedì il
suo ventre piccolo che sembrava di pochi mesi. Lui non doveva capire. Si era
rifatta una vita e pensava che non avrebbe più fatto parte della sua. Pensava
di averlo dimenticato, almeno in parte, di aver seppellito i sogni che lo
riguardavano e quelle stupide illusioni ma le era bastato rivederlo per capire
che dentro di lei, in un angolo buio, profondo, lei era sempre la solita Eve e
che reagiva a lui nello stesso identico modo in cui lo faceva nel passato. Solo
che ora era diventata brava a camuffare, a non rivelare. Lui non avrebbe mai
dovuto scoprire cosa in realtà provasse, che quel figlio che cresceva nel suo
grembo fosse suo e che non avrebbe potuto mai essere di nessun altro. Non
doveva sospettare quale arma avesse ancora contro di lei ma doveva sparire
dalla sua vita per sempre e non tornare più. Non sarebbe sopravvissuta di nuovo
a Richard. Ora non era sola, aveva un figlio a cui pensare, da proteggere, da preservare
dalla sua follia.
Fu il
pensiero di quel bambino a darle la forza. Avrebbe combattuto per suo figlio,
anche se significava mentire, ingannare, distruggere la sua volontà e i suoi
desideri, calpestare il suo stupido cuore. «Voglio che tu te ne vada, subito.
Non voglio vederti più e non voglio che mio marito ti trovi qui».
Lui aveva un
aspetto terribile, sembrava furioso e nel contempo profondamente triste. Eve
non lo aveva mai visto così.
«Già, tuo
marito. Devo farti gli auguri, allora? Non aspettarti che sia felice per te,
felice che tu sia stata così svelta a dimenticarmi. Evidentemente sei stata una
brava attrice».
Estratto n° 2
Celeste era lì, puntuale, come ormai faceva da circa un mese, in quella bella
casa al centro di Londra, una delle case di Simon, la casa che aveva preso per
lei, dove vivevano il loro amore, dove costruivano il loro sogno e rendevano
falsamente reali le loro illusioni. Attendeva che lui arrivasse e che le
facesse dimenticare per poche ore l’inganno che era diventato la sua vita, la
miseria e l’orrore, il baratro in cui era sprofondata.
Molti l’avrebbero definita una sgualdrina ma lei si sentiva solo una donna profondamente innamorata. Era l’amante di un uomo, faceva l’amore con lui senza una benedizione, un anello o un contratto; ma era a quell’uomo che si sentiva unita nel profondo del cuore, a lui sapeva di essere destinata e creata. Sospirò, vagando da una stanza all’altra; il cuore batteva forte, le gambe tremavano, la lingua era bloccata. Si tolse la cuffietta, gli occhiali e sciolse i capelli, come le aveva chiesto. Il vestito lo lasciò al suo posto, a quello avrebbe pensato Simon. Arrossì ma non riusciva a vergognarsi di quella passione. Era solo per amore che lo stava facendo, per poterlo vivere almeno per poco, che si era ridotta così. Non era qualcosa di sordido, di sporco. All’improvviso, il rumore di una porta che si apriva la scosse dalle sue meditazioni. Il battito, impazzito, accelerò. Volse lo sguardo verso quella porta e lo vide, appoggiato mollemente allo stipite: gli occhi azzurri, di ghiaccio, che la guardavano, la percorrevano, che facevano l’amore con lei senza neanche toccarla. La pelle le formicolò; si staccò dalla porta e si fece avanti. Sembrava diverso. Non le disse una parola, non la salutò come sempre faceva. Non iniziò con quel bacio lieve, con quel sorriso appena accennato, con quelle parole: ti amo. Questa volta venne avanti deciso, sicuro, determinato. La strinse, sempre fissandola con occhi freddi e caldi insieme, indagatori. Questa volta non ci furono baci, né parole d’amore ma solo urgenza e desiderio carnale. Pensò di fermarlo, di chiedergli cosa avesse, ma il calore di quelle labbra che la percorrevano, che la marchiavano, che la reclamavano la confusero e in un ultimo barlume di lucidità, prima di cedere all’oblio, pensò che quello fosse il trattamento riservato a quelle come lei. Era solo un’amante, nulla di diverso.
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