Estratti da Dark and Light – Amore Impossibile
Tanti sono i momenti salienti dell’opera ma oggi vi lasceremo solo due estratti, accompagnati da alcune card, del primo romanzo della trilogia.
Estratto dal capitolo 26°:
Il
vento le accarezzava dolcemente il viso e la sua voce la cullava. Intorno
poteva percepire solo il piacevole fruscio delle onde e immaginava
distrattamente il mare che s’increspava e si perdeva sulla riva. Ma per un
assurdo motivo non sentiva freddo. Realizzò d’essere totalmente rilassata,
perfettamente a suo agio. Lasciò che si prendesse cura di lei e della sua anima
ancora per un po’: probabilmente era già caduta fra le braccia della Morte,
inconsapevole di tutto, oppure s’era lasciata cullare da Morfeo troppo a lungo.
Aprì lentamente gli occhi, ancora appesantiti dalle palpebre deboli, e
s’accorse immediatamente d’ essere immobilizzata dai forti arti di qualcuno.
«Alex!»
esclamò, improvvisamente euforica.
Si
drizzò in avanti, riuscendo a mantenere una posizione decente, ma lui la sdraiò
nuovamente e si mise a cavalcioni su di lei.
Isabel
arrossì all’istante. In quel momento nemmeno il freddo invernale aveva
importanza, tanto da non sentirlo quasi e non solo per il cappotto e gli abiti
pesanti. Non aveva ancora recuperato del tutto la vista, ma le sembrò di
vederlo sorridere in quel modo che lei amava tanto. Chiuse gli occhi, tentando
di riprendere piano un minimo di lucidità, ma sentì il tocco delle labbra di
Alex sulle sue che la baciavano in modo passionale.
Se era
un sogno, era indubbiamente il sogno più bello e realistico che avesse mai
vissuto. Si lasciò andare a quel bacio che divenne a poco a poco sempre più
passionale, afferrando tra le mani la testa e il suo collo freddo, desiderosa
di averlo tutto per sé. Il suo corpo si muoveva con quello di Alex e lo cercava
impaziente: le sue mani le strinsero i fianchi, scoprendo una parte del suo
ventre e si spostarono poi sulla cintura dei jeans, sganciandola con facilità.
Fu in quel momento che lui si ritrasse. La osservò attentamente, accarezzandole
il viso e incatenando i loro sguardi; aveva il respiro pesante, proprio come il
suo: «Come ti senti?» chiese con un pizzico d’ironia.
«Oh,
benissimo, adesso» gli rispose, mentre si perdeva nel buio dei suoi occhi
corvini, profondi e brillanti allo stesso tempo, come il cielo stellato sopra
di loro.
Estratto
dal capitolo 29°:
«Sta
lontana da me!»
«Alex,
va tutto bene, te ne prego: possiamo farcela, insieme» cercò di sorridergli,
seppur incerta, tenendo una mano protesa verso di lui per muoversi con cautela
come si era soliti fare dinanzi ad un animale feroce «Non mi farai del male, lo
so».
«Stavolta
è diverso, Isabel!» le urlò ancora, tirandosi indietro per scendere dal letto
addossandosi contro la parete opposta.
Lei
deglutì quando si accorse che non stava esagerando ad intimarle di stargli alla
larga: il suo aspetto era totalmente quello di una bestia assetata di sangue e
quasi non si terrorizzò nel vedere i suoi denti sporgere dalle labbra aperte e
le unghie lunghe come artigli affilati.
«Va’
via, Isabel, ti prego, non voglio farti del male» un suono gutturale uscì dalle
sue labbra mentre si costringeva a parlarle, mostrando chiaramente quanto fosse
difficile per lui non attaccarla e staccarle la testa a morsi, se fosse stato
necessario.
Isabel
era confusa, avrebbe voluto agire nel modo giusto, fare qualsiasi cosa per
salvarlo da quella situazione che lo avrebbe portato a morte certa per mano dei
licantropi, se fosse tornato ad uccidere. Poi un’idea le balenò nel cervello e
la spinse ad osare: «Alex, prendi il mio sangue» lui sussultò nel sentirle dire
un’assurdità simile «Dopo penseremo al da farsi, intanto pensa a nutrirti».
«Potrei
ucciderti, in questo stato: sei impazzita o cosa?» eppure lei non si lasciò
intimidire da quella che in effetti era una probabile realtà dei fatti «Non
importa, per salvarti sono disposta a dartelo anche tutto, il mio sangue, se
necessario».
«Non
sono io a rischiare qualcosa, in questo momento, lo comprendi o no? Smettila di
fare la stupida!» ancora una volta le urlò contro, trattenendo il passo che
aveva appena fatto verso di lei, conficcandosi le unghie in un braccio pur di
fermarsi.
«Alex!»
nel vederlo sanguinare, il corpo non riuscì a muovere un solo muscolo. Era
davvero con una sua fuga che doveva finire? Forse era troppo testarda e si
stava comportando da stupida e da immatura, ma non poteva permettere che le
cose non si sistemassero in qualche modo, seppur almeno per il momento. Si
voltò verso il comodino e nel notare un tagliacarte, si avvicinò dolorante per
il colpo che la schiena aveva dato contro il muro e si protese a prenderlo per
puntarselo alla gola.
Alex
trasalì: «Che vuoi fare, sciocca?»
«Se
non prendi il mio sangue con le buone, ti costringerò a farlo con le cattive»
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