TITOLO: La Tredicesima Strega: Romance Fantasy: Vol. 4
AUTRICE: Laura Fiamenghi
DATA: 20 Luglio 2021
SERIE: Le Streghe di Villacorta
VOLUME: 4
GENERE: Romance Fantasy - Paranormal Romance
Uscita 20 Luglio 2021 su Amazon in eBook, Cartaceo e KindleUnlimited
Già disponibile in Pre-order
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TRAMA
‘Strega Elisa di Villacorta. Unica figlia femmina di Sir Ragnor e Strega Viola di Villacorta. Nipote di Sir Treulf di Oanna. Pupilla del Cardinale di Norimberga…’ Bla bla bla. Elisa preferisce essere semplicemente: Elisa.
Refrattaria ai costumi bigotti e maschilisti del XIV secolo, vive e studia nell’epoca di sua madre Viola: il XXI secolo, dove non è obbligatorio darsi del voi e a ventitré anni una donna non è considerata una zitella da compatire.
Dopo l’ennesimo screzio con il padre, Ragnor, per i suoi tentativi di maritarla, Elisa non ha nessuna voglia di far ritorno per Natale. Appena tornata, però, il suo soggiorno viene reso più sopportabile da Sagoran, un affascinante quanto sfacciato Cavaliere Ramingo appena giunto in città.
Sagoran non è chi dice di essere. La voce che nel mondo dei mortali esiste una Tredicesima Strega si sta spargendo nelle schiere demoniache. Occhi bramosi, puntati su ogni singola famiglia di streghe, aspettano da secoli la nascita di una Strega come Elisa per ottenerne il potere.
Sagoran deve muoversi in fretta se vuole averla per primo.
Elisa ancora non lo sa, ma l’oscurità la sta cercando…
LA SERIE – LE STREGHE DI VILLACORTA
La serie è per ora così composta:
La Strega e il Cavaliere – Romance Fantasy Vol. 1
La Figlia del Demone – Romance Fantasy Vol. 2
L’Alchimista Oscuro – Romance Fantasy Vol. 3
La Tredicesima Strega – Romance Fantasy Vol. 4
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ESTRATTI
Il
bosco invaso dalla nebbia era un labirinto gelido di rami e cortecce.
Solo
il suo respiro, reso ansante dalla corsa, spezzava il silenzio della notte.
Elisa
stava fuggendo.
La
belva che l’inseguiva l’aveva quasi raggiunta e non poteva nulla per
difendersi.
Impotente.
Il
suo potere l’aveva abbandonata.
Scalza
e con i vestiti a brandelli, Elisa fuggiva senza fermarsi neppure per
controllare che la bestia non l’avesse già raggiunta.
Ormai
era vicina. La temperatura aumentava e la brina nel bosco si dissolveva levando
una nebbia umida tutt’attorno.
Un
latrato feroce la raggiunse e, nella frenesia della fuga, inciampò in una
radice, cadendo a terra.
In
trappola.
Il
respiro caldo dell’enorme essere su di lei le accarezzava la nuca.
Si
volse a pancia in su e zanne enormi apparvero a pochi centimetri dal suo volto,
aguzze come pugnali.
Il
viso della bestia era così grande che non riusciva a scorgerlo per intero. Vide
se stessa, affannata e scarmigliata, riflessa in un enorme occhio giallo che la
osservava attento…
Elisa di Villacorta aprì gli occhi di
soprassalto svegliandosi da quell’incubo sudata e ansimante. Per una volta, fu
contenta di sentire il fastidioso e insistente suono della sveglia.
Era a Villacorta, casa sua, al sicuro nel
suo letto.
Non le servì allungare una mano per
spegnere quell’aggeggio infernale, Elisa era una strega, mosse solo un dito in
quella direzione e il rumore cessò.
Si mise a sedere stropicciandosi il viso.
«Che razza di sogno» sussurrò, asciugandosi
il leggero velo di sudore che le imperlava la fronte.
***
Sparda
si interruppe, inchiodando i suoi brillanti occhi verdi su Elisa.
«Come
mai hai il suo odore addosso?»
«Odore
di chi?» s’incuriosì Becca.
«Di
Sagoran.» rispose la demone con certezza.
«Oh.
Oh. Oh. Dove sei stata stamattina, Elisa?»
«A
cavallo… con Sagoran.»
Sparda
alzò il mento, fiutando l’aria.
«Per
avere questo odore, è su Sagoran a cui sei stata a cavallo.»
Questo è troppo!
«Elisa dicci
subito tutto!» protestò Becca, «Cosa hai fatto là fuori con il cavaliere
ramingo?»
Elisa
capì di non avere scampo.
«Guai
a voi se esce da questa stanza. Anche tu, Sparda, mi devi promettere di non
dire nulla a Etan. È una cosa tra amiche.»
Rebecca
saltellava sull’imbottitura della sua poltrona battendo le mani: «Fuori il
rospo, Strega. Ti sei sbaciucchiata con Sagoran!»
Dopo
che Elisa ebbe raccontato quanto successo nel bosco con l’affascinate cavaliere
ramingo, si rese conto che le sue amiche non potevano avere visioni più differenti
sulla faccenda, ma che stranamente erano d’accordo su una cosa.
«Se
hai baciato Sagoran, non puoi essere innamorata di Gaspare!» disse Rebecca.
Sparda
annuì vigorosamente. «Se ti fa sangue, ti fa sangue. E questo Gaspare non
sembra accendere i tuoi istinti.»
Era
divertente come l’una parlasse di amore e l’altra di sangue... Elisa tamburellò le dita sulla poltrona: «Forse, queste
vacanze mi saranno utili per pensare alla mia relazione. Avevo già dei dubbi,
prima di … mhm… Sagoran.» (…)
«Comunque
Sagoran è molto carino.» commentò Becca.
«Carino?»
ripeté Elisa indignata per tanta reticenza. «Solo carino?»
«Sì,
lo abbiamo capito. Ti piace.» E se Sparda, la demone mezza sociopatica e
anaffettiva, riusciva a cogliere il suo interesse per Sagoran, allora voleva
dire che era evidente come un insegna al neon di due piani.
«Gli
hai chiesto da dove viene?» le domandò Becca. «‘Cavaliere Ramingo’ suona tanto
come ‘spiantato senza fissa dimora’. È ricco? Ha qualcosa da offrire a una moglie?»
La
mezza demone annuì di nuovo. «Se ti piace così tanto, Elisa. Dovremmo scoprire
il più possibile su di lui. È un buon combattente? Va a caccia?»
Doveva
indagare su Sagoran. Dopotutto, era facile invaghirsi di qualcuno così, solo
perché era di bell’aspetto e aveva una bella parlantina.
Se
avesse scoperto di più su di lui, se l’avesse conosciuto meglio, probabilmente
lui avrebbe smesso di attirarla tanto. Le persone si conoscono solo con il
tempo e i loro lati negativi spesso vengono fuori per ultimi.
Lo
avrebbe conosciuto meglio e Sagoran avrebbe smesso anche di piacerle.
Per
forza.
***
Elisa
tacque. Le parole che aveva sentito quella sera le stavano facendo vedere
Sagoran da un’ottica molto diversa.
Ma
può aver mentito.
«Fallo.»
le disse Sagoran, perspicace. «Usa il tuo potere. Ordinami di confermare che
non ti ho mentito.»
Se
fossero stati in un film, in una qualche commedia patinata, Elisa avrebbe detto
di ‘no’. Avrebbe rifiutato l’offerta e si sarebbe fidata di quell’esternazione
di buoni intenti sulla parola.
Ma
non erano in un film, per quanto gli abiti dalla foggia antiquata lo
suggerissero. E lei non era l’attrice di una commedia dove tutto finiva sempre
bene. Un film che la vedeva come protagonista, al massimo, sarebbe stato un
horror, uno di quelli dove la tizia ancora vergine veniva fatta a tocchetti e
divorata da dei demoni.
«Mi
hai mentito su questa storia, Sagoran?»
Il
suo potere serpeggiò nell’aria fino ad agguantare le meningi del drago.
«No.
Tutto quello che ti ho raccontato questa sera è vero.»
La
costrizione abbandonò Sagoran che scosse il capo per liberarsi dal fastidio.
S’avviò alla porta e fermandosi con il pomello in mano le scoccò un sorriso da
sopra la spalla:
«Te lo avevo detto, Elisa, che non sono male come pensi.
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