Titolo: I canti della morte
Autore: Luca Inglese
Editore:
self publishing
Genere: Fantasy storico
Data di pubblicazione: 18 giugno 2021
Romanzo: Autoconclusivo
Formato: ebook 5,00 euro
Cartaceo euro: 11,60
TRAMA
RECENSIONE
La
prima cosa che ho pensato quando ho letto le prime pagine di questo romanzo è
stata: l’autore è realmente dedito alla storia della Sardegna, ne è
incredibilmente affascinato e riesce benissimo a sentire il profumo di una
terra, un’isola per la precisione, che io essendo sarda, conosco a memoria.
La
Sardegna, precisamente L’Isola Rossa, luogo incantevole, è appunto diciamo il
crocevia di ciò che accade in questa storia molto intricata, dal retrogusto
fantastico e storico, dal sapore medievale, ancestrale. Ma si mischiano i
fatti, a ben vedere, e ogni capitolo è a sé stante e l’intreccio è tosto, in
quanto si scorge un linguaggio notevolmente aulico per tutta la durata del
periodo storico più antico.
Il
registro cambia, e così anche il modo di avvicinarsi ai lettori, in capitoli
alterni, laddove si parla di Anita Joles Jasir ad esempio, e specialmente
dell’anno 1920, in cui si trattano argomenti particolarmente femminili e
sensibili. L’autore dimostra di essere molto vicino alle donne, è capace di
carpirne i sentimenti, le fragilità che poi diventano indiscutibilmente, fonte
di resilienza e di rivalsa spesso nei confronti dell’uomo e anche perché no,
della vita stessa.
“Il proprietario dell’identica dimora che all’anagrafe di Trinità D’Agultu rivestiva la carica di primo cittadino, prese a imprecare ancora prima di levarsi da sopra quel giaciglio, ove, sino a poc’anzi, dopo una nottata spesa a bighellonare si era finalmente accovacciato.”
Anita
è giovane, e mi è piaciuto moltissimo il suo personaggio, così ben definito,
delineato alla perfezione, come se fosse stata dipinta dall’autore che
minuzioso coglie i dettagli più incredibili della ragazza e del suo mondo.
C’è
molto dolore in questa opera così bellica ma anche così fantasiosa e illustre…
vi è tutto un insieme di elementi che riescono a catturare il lettore dalla
prima all’ultima pagina, tenendolo sulle spine, ma anche raccontando per filo e
per segno ciò che resta di un’epoca ‘muta’ in cui non era possibile per la
donna avere i diritti che ha oggi e che ancora in alcune parti del mondo
non ha, purtroppo.
Io definirei quest’opera un romanzo cosmopolita, perché è vero che è ambientato su un’isola e anche a Roma, oltre che a La Spezia (e già ci sono tre luoghi differenti ma che si abbracciano in fratellanza) ma si può sentire ‘a casa’, leggendolo, tutto il mondo intero, come una immensa famiglia.
Inoltre,
vorrei ricordare un altro punto fondamentale: nel romanzo si parla della
fisica, della logica, della matematica. Insomma, vi è uno scenario anche molto
scientifico e impostato sulla predilezione verso ciò che è materiale, anche se
non mancano le emozioni, la sensibilità.
È
infatti un romanzo atipico, originale, che forse non tutti apprezzerebbero
poiché non è poi così semplice da capire in certe parti, infatti richiede molta
attenzione, a mio avviso. Per esempio ho riletto alcuni capitoli varie volte,
per soffermarmi sui termini chiave, per essere informata ancor di più riguardo
le leggi razziali e gli ebrei, in quanto nel libro vi è anche il tema
dell’antisemitismo.
Vi
ho infatti detto che l’opera è costituita da un mix di generi molto differenti
tra loro, ma che si compensano alla grande, seguendo un filo piuttosto
costruttivo, un legame di ‘sangue, vita e morte’ (lo definirei proprio così a
fine lettura) che vede nascere, crescere
e sfiorire in climax sempre più preponderanti, gli elementi di guerra, di
azione, di coraggio, di bellezza di contenuti e di informazione.
“D’altronde non c’era tanto da stupirsi se la Regione Sardegna, illuminata d’immenso, si era messa in testa d’indagare da quelle parti manco fosse Sherlock Holmes, sganciando fondi e contributi a destra e a manca pur di stuzzicare, chi esperto nel settore…”
Lo
stile mi ha incuriosita molto perché i punti sono posizionati in modo tale da
creare frasi costruite in modo strano ma proprio per questo affine al
linguaggio e ai contenuti dell’opera, secondo me.
Troverete
qualsiasi cosa in questa storia, dalla negazione di sé pur di proteggere
qualcuno che si ama tanto, all’ingiustizia più crudele, fino ad arrivare al
canto di un’isola che vi parla sottovoce ma che ha tanto da raccontare.
VOTO IN COCCOLE: 5
FIRMA
DEL RECENSORE: ROBERTA CANU
*Ringraziamo l’autore per la copia digitale dell’opera *
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