RECENSIONE: I canti della morte di Luca Inglese

 


 

Titolo: I canti della morte 

Autore: Luca Inglese 

Editore:  self publishing 

Genere: Fantasy storico 

Data di pubblicazione: 18 giugno 2021 

Romanzo: Autoconclusivo 

Formato: ebook 5,00 euro 

Cartaceo euro: 11,60

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TRAMA

I CANTI DELLA MORTE
Isola Rossa (Trinità d’Agultu e Vignola) Anno 1274 A.C.
Misteriose voci emergono di notte e dalle acque circostanti l’isola colorata di rosso come se l’avessero dipinta. Grida e suppliche, come un richiamo al quale è impossibile non prestare attenzione. Inoltre e come se una maledizione aleggiasse nell’aria, storie di un’antica battaglia fra streghe e guerrieri, fra Cogas e soldati Shardana, appellandosi al bisogno di primeggiare gli uni sugli altri, narrano di un’epoca oscura. Di un periodo in cui mortali ed eroi osarono sfidare i denti, gli artigli e la magia delle streghe vampiro.

Roma – Via dei Pannistesi – Anno 1938
Con l’approssimarsi del conflitto e l’emanazione delle leggi razziali, un manipolo di occhialuti cervelloni tenta d’elaborare teorie d’ogni genere. E così discorrendo, fiducioso, insegue un sogno chiamato energia. I primi ad esserne fautori sono guardacaso due amici: Erasmo Certi ed Ettore Magliana. Grazie alla materia grigia che ciascuno risulta disporre, a loro discapito, attraggono gli interessi delle due super potenze ormai schierate: l’America e la Germania. Ciascuna di queste, dal canto suo, tutto oserebbe pur di accaparrarsi quell’estro e ciò che ne deriverebbe: “L’atomica”. L’arma peggiore che il mondo risulta ancora con fatica immaginare.

Porto di “La Spezia” – 8 settembre 1943
Ermenegildo Massa, Ammiraglio al comando della nave da guerra ormeggiata al porto; ricevendo l’ordine di salpare, apprende nel più totale caos un improvviso rovesciamento di fronte. L’Italia è ora alleata all’America, e a conti fatti, la Germania prima compagna era diventata, ora e come d’incanto, la loro più acerrima nemica.

"Nel mezzo del cammino e di un mondo apparentemente fatto solo per il dolore, il canto di una donna sembra prender voce e, così facendo, anestetizzando persino l’odio, mostra a chiunque ciò che vi è sepolto nell’anima: l’Amore."

 

 

RECENSIONE

La prima cosa che ho pensato quando ho letto le prime pagine di questo romanzo è stata: l’autore è realmente dedito alla storia della Sardegna, ne è incredibilmente affascinato e riesce benissimo a sentire il profumo di una terra, un’isola per la precisione, che io essendo sarda, conosco a memoria.

La Sardegna, precisamente L’Isola Rossa, luogo incantevole, è appunto diciamo il crocevia di ciò che accade in questa storia molto intricata, dal retrogusto fantastico e storico, dal sapore medievale, ancestrale. Ma si mischiano i fatti, a ben vedere, e ogni capitolo è a sé stante e l’intreccio è tosto, in quanto si scorge un linguaggio notevolmente aulico per tutta la durata del periodo storico più antico.

Il registro cambia, e così anche il modo di avvicinarsi ai lettori, in capitoli alterni, laddove si parla di Anita Joles Jasir ad esempio, e specialmente dell’anno 1920, in cui si trattano argomenti particolarmente femminili e sensibili. L’autore dimostra di essere molto vicino alle donne, è capace di carpirne i sentimenti, le fragilità che poi diventano indiscutibilmente, fonte di resilienza e di rivalsa spesso nei confronti dell’uomo e anche perché no, della vita stessa.

“Il proprietario dell’identica dimora che all’anagrafe di Trinità D’Agultu rivestiva la carica di primo cittadino, prese a imprecare ancora prima di levarsi da sopra quel giaciglio, ove, sino a poc’anzi, dopo una nottata spesa a bighellonare si era finalmente accovacciato.” 

Anita è giovane, e mi è piaciuto moltissimo il suo personaggio, così ben definito, delineato alla perfezione, come se fosse stata dipinta dall’autore che minuzioso coglie i dettagli più incredibili della ragazza e del suo mondo.

C’è molto dolore in questa opera così bellica ma anche così fantasiosa e illustre… vi è tutto un insieme di elementi che riescono a catturare il lettore dalla prima all’ultima pagina, tenendolo sulle spine, ma anche raccontando per filo e per segno ciò che resta di un’epoca ‘muta’ in cui non era possibile per la donna avere i diritti che ha oggi e che ancora in alcune parti del mondo non  ha, purtroppo.

 “Ciò che poi parve diventare, il qui presente fortino, l’antitesi di un potere che l’essere umano (vanamente) tentava di esercitare sulla natura, sui venti, e su chiunque osasse abbordare quell’isola bramoso di terra e di conquista.”

Io definirei quest’opera un romanzo cosmopolita, perché è vero che è ambientato su un’isola e anche a Roma, oltre che a La Spezia (e già ci sono tre luoghi differenti ma che si abbracciano in fratellanza) ma si può sentire ‘a casa’, leggendolo, tutto il mondo intero, come una immensa famiglia. 

Inoltre, vorrei ricordare un altro punto fondamentale: nel romanzo si parla della fisica, della logica, della matematica. Insomma, vi è uno scenario anche molto scientifico e impostato sulla predilezione verso ciò che è materiale, anche se non mancano le emozioni, la sensibilità.

È infatti un romanzo atipico, originale, che forse non tutti apprezzerebbero poiché non è poi così semplice da capire in certe parti, infatti richiede molta attenzione, a mio avviso. Per esempio ho riletto alcuni capitoli varie volte, per soffermarmi sui termini chiave, per essere informata ancor di più riguardo le leggi razziali e gli ebrei, in quanto nel libro vi è anche il tema dell’antisemitismo.

Vi ho infatti detto che l’opera è costituita da un mix di generi molto differenti tra loro, ma che si compensano alla grande, seguendo un filo piuttosto costruttivo, un legame di ‘sangue, vita e morte’ (lo definirei proprio così a fine lettura)  che vede nascere, crescere e sfiorire in climax sempre più preponderanti, gli elementi di guerra, di azione, di coraggio, di bellezza di contenuti e di informazione.

“D’altronde non c’era tanto da stupirsi se la Regione Sardegna, illuminata d’immenso, si era messa in testa d’indagare da quelle parti  manco fosse Sherlock Holmes, sganciando fondi e contributi a destra e a manca pur di stuzzicare, chi esperto nel settore…”

Lo stile mi ha incuriosita molto perché i punti sono posizionati in modo tale da creare frasi costruite in modo strano ma proprio per questo affine al linguaggio e ai contenuti dell’opera, secondo me.

Troverete qualsiasi cosa in questa storia, dalla negazione di sé pur di proteggere qualcuno che si ama tanto, all’ingiustizia più crudele, fino ad arrivare al canto di un’isola che vi parla sottovoce ma che ha tanto da raccontare.


VOTO IN COCCOLE: 5 

FIRMA DEL RECENSORE: ROBERTA CANU

 


*Ringraziamo l’autore per la copia digitale dell’opera *

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