Titolo: La
duchessa & il boss. All’ombra del Vesuvio
Autrice: MARIANNA
VIDAL
Editore: SELF
(VIDAL ROMANCE)
Genere: storico contemporaneo
Prezzo ebook: 2,99
Prezzo in offerta:
€ 1,99
Data
pubblicazione: 20/02/2021
Protagonisti: Lucrezia
e Francesco
Pagine: 530
Booktrailer
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Booktrailer You
Tube: https://www.youtube.com/watch?v=P-5yYENZGLw
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di acquisto: https://www.amazon.it/dp/B08TRM2RFP/
Pagina
autrice: https://www.facebook.com/MariannaVidalAutrice/
Blog
autrice: https://mariannavidalscrittrice.blogspot.com/
ROMANZO AUTOCONCLUSIVO
Trama/Sinossi
Napoli, 1958
All’ombra del Vesuvio
si muovono mondi molto diversi.
Francesco appartiene a
quello oscuro, a metà tra la malavita e la legalità. Lucrezia, al suo opposto,
è la luce.
Cresciuta in convento,
la duchessa Lucrezia D’Acquaviva D’Albino non immagina certo che lasciando le
sicure mura della Santissima Annunziata finirà tra le braccia del boss
Francesco Fonseca, condannata a una promessa infranta e a una vita lontana dai
suoi desideri.
Eppure quell’uomo ha
un modo di guardarla che la turba, la confonde e la attira, nonostante sia il
figlio del demonio…
Francesco si è sempre
mosso tra luci e ombre, come la sua Napoli. Cresciuto in un bordello e
subentrato al boss Gennaro Fonseca, di donne ne ha quante ne vuole, ma quando i
suoi occhi incrociano quella stramba figura, dai lunghi capelli rossi e le iridi
di un blu cobalto, non ha altro desiderio che farla cadere nella sua rete,
anche se per averla dovrà mentire, corrompere e ricattare.
Ma lei lo potrà mai
amare?
Secondo volume della
serie Italia ’50 è un romanzo autoconclusivo che può essere letto indipendentemente
dal primo.
Biografia autore
Marianna
Vidal è una sognatrice, romantica e divoratrice di storie, che scrive da quando
era una ragazzina, e solo dopo molti anni ha trovato il coraggio di mettersi in
gioco con la narrativa.
Quando
non scrive si dedica alla sua famiglia, che include un cane e tre gatti. Adora
gli animali domestici e non potrebbe vivere senza di loro.
Vive
a Ischia, un'isola nel Golfo di Napoli, e a volte la usa come ambientazione per
i suoi romanzi.
Adora
il colore rosa, le rose e il mare.
Nell'infanzia
si è cibata di cartoni animati tipo Lady Oscar, Kiss me Licia, Mila e Shiro,
Georgie e Candy Candy. Adora Terence, ma anche Mirko.
Non
ha mai smesso di sognare e dai cartoni è passata agli sceneggiati televisivi e
ai film. Ha un debole per le telenovelas che guardava con il suo papà, ma anche
per le storie in costume, a cui deve la sua laurea in storia. La duchessa &
il boss è il suo quattordicesimo romanzo.
Se desiderate conoscerla, cercatela nelle pagine dei suoi libri.
Estratti
tratti da “La duchessa & il boss. All’ombra del Vesuvio”.
«Ad Acerra il suo nome è piuttosto noto, anche se non è di qui, e, in
ogni caso, ti basterà incrociare il suo sguardo una sola volta per non
dimenticarlo più». Le strizzò un occhio, sussurrandole: «Ha la bellezza del
demonio».
«I semi piantati dai padri germogliano anche nel deserto»
«Non mi piacciono le vergini», le assicurò e non mentiva. Le trovava
troppo svenevoli e poco soddisfacenti a letto. «Ma ne sposerò una», le chiarì.
«Non ho bisogno di un pivello, ma di qualcuno che abbia sufficiente
esperienza per insegnarmi a perdere quest’aria monacale, senza avere
l’impressione di profanare un tempio».
«Il problema sono io che continuo a non essere né carne né pesce», sbottò.
«Non sono una suora, ma non sono nemmeno una donna e questo mi impedisce di
avere un mio posto nel mondo»
«Il
diavolo e l’acquasanta hanno sempre suscitato un certo interesse».
«Lucrezia, ma pensi
davvero che qualcuno possa resisterti?».
La voce di Fonseca aveva
riempito l’abitacolo e suo malgrado si era voltata a guardarlo.
«Tu lo hai fatto», gli
fece notare a disagio, sbirciandolo con la coda dell’occhio.
Fonseca continuava a
guardare davanti a lui, ma scalando la marcia si voltò nella sua direzione.
«Perché disonorarti
sarebbe stato terribilmente semplice e a guadagnarti sarei stato solo io».
«Certe persone è rivolto
a me?», le chiese per nulla piccato.
«Deve convenire, signor
Fonseca, che non è usuale vederla in compagnia di persone di un certo rango».
«Sì, in effetti, gli
uomini come me li si preferisce nascondere sotto le lenzuola».
Era bello, di
un’avvenenza sfacciata, quasi femminea, che si tradiva nello sguardo virile,
duro e sinistro.
Lasciò che quegli occhi
scorressero sul suo completo azzurro, soffermandosi sulle scarpe lucide, per
poi risalire al volto.
Se c’era una cosa, per
cui non badava a spese, era l’abbigliamento.
Gli piaceva vestire bene
e con quello che guadagnava poteva permettersi abiti sartoriali.
«Allora, come ti sembra Napoli?», le chiese, una volta sole. «Bellissima
e inquietante insieme», le rivelò.
«Perché inquietante?», le domandò, crucciata. «Napoli è una città
solare, piena di colori e suoni…».
«Sì, ma è anche malinconica, cenciosa e oscura».
«Per quanto tu possa essere attraente e ben vestito, non potrai mai
anche solo avvicinarti a una donna come lei!».
«Lucrezia D’Acquaviva D’Albino, vuoi fare di me un uomo onesto?».
«Ovviamente no».
«Francesco, Lucrezia non è la persona adatta a te», tuonò stanco di
tanti giri di parole. «Dove la porteresti a vivere? Chi frequenterebbe al tuo
fianco?», lo invitò a riflettere. «Lucrezia è abituata…». «Alle mura del
convento, lo so. E un marito come me le farà ribrezzo la maggior parte del
tempo, ma non m’importa», gli assicurò, in una nuvola di fumo. «Lei è la mia
ricompensa».
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