RECENSIONE: Sette corvi per sette anime a Cameriano di Casalino di Luca Inglese






TITOLO:  Sette corvi per sette anime a Cameriano di Casalino
AUTORE:  Luca Inglese
EDITORE:  Selfpublishing
GENERE:  Narrativa metafisica e visionaria
DATA DI PUBBLICAZIONE:  14 Dicembre 2019
FORMATO:  Ebook  €3,12
Cartaceo  €16, 28
AUTOCONCLUSIVO



SINOSSI

SETTE CORVI PER SETTE ANIME A CAMERIANO DI CASALINOCASALINO – ANNO 1945 Un giovane prete da poco giunto nella Parrocchia di Santo Stefano in Cameriano, assiste, durante un’escursione in solitaria fatta alle prime luci dell’alba, allo sterminio e vilipendio di un piccolo gruppo di Partigiani, per vile mano dell’esercito invasore giunto da poco in quell'identica terra a dettar legge come fosse un padrone risvegliatosi dopo un infinito letargo. CAMERIANO – SETTANT’ANNI DOPO Il giovane Don Daniele fresco d’investitura, è dislocato in quel di Cameriano come sostegno dell'attempato Don Natale Romildo, giunto ormai alla fine dei suoi passi dopo aver trascorso la sua esistenza in quei luoghi. Arriva poco tempo prima dell’inevitabile in un paese profondamente mutato e modernizzato, dove le stramberie di quel parroco d’assalto e di altri tempi sembravano essere, ormai, davvero fuori luogo per i suoi parrocchiani. Il suo arrivo venne da subito inteso dalla stragrande maggioranza degli attuali residenti, come la ventata d’aria fresca che mancava. L’unico che sembra non gradire il tal soggetto è proprio Don Natale Romildo. Fatta eccezione per gli iniziali screzi, con il progredire della malattia quel ragazzotto collocato come un’ombra alle sue spalle, sembra cucito e fatto su misura per i piani e gli intendimenti di quell’identico vecchietto. Ciò che Daniele ancora non può immaginare è che oltre alla successione già in procinto d'aspettarlo, ben altra cosa il Sacerdote sembra donargli in eredità il giorno della sua morte. Quelle parole farfugliate sul letto di morte e per niente intese, sembrano trovare in lui luce soltanto qualche giorno dopo quel fatto, quando in visita alla torre campanaria della sua chiesa il giovanotto rinviene in un intercapedine del muro un antico manoscritto riconducibile, guarda caso, proprio al suo mentore. Un mondo intero pare dischiudersi al suo cospetto. Qualcosa di oscuro e perverso s’ipotizza aggirarsi tra quelle strade e in quella terra da più di settant’anni, avvelenando e corrompendo da tutto quel tempo, il cuore e le menti degli uomini. Saprà un giovane armato della sua sola fede, far fronte e difendersi dalle trame e dagli intrighi che codesto nauseabondo e fetido essere ardirà per indurlo in tentazione?L’eterna lotta tra il bene e il male ha dunque d’inizio, e questa volta lo scenario preposto per la battaglia sembra essere un villaggio di poco più di mille abitanti, collocato nella piana Novarese e avvolto da immense risaie e terre a perdita d’occhio. Ecco a voi… Sette corvi per Sette anime. Ecco a voi… Cameriano e Casalino.Giudizio di Bruno Pozzato - Sindaco di Casalino negli anni addietro e memoria storica di quel tempo. Un pensiero sul tuo lavoro è senz'altro di ammirazione per il soggetto del romanzo. Hai dimostrato una grande fantasia negli svolgimenti degli scritti sui luoghi e i personaggi virtuali calati in un racconto coinvolgente che il lettore non può che apprezzare. Sotto questo aspetto il mio pensiero è senz'altro positivo. Di più Non posso dire, ma ammiro il tuo impegno nell'affrontare un fatto così drammatico inserendo il fattore umano del sacrificio dei sette giovani partigiani antifascisti che farà interessare alla lettura sicuramente i giovani e meno del dopo guerra.



RECENSIONE

La secolare lotta tra bene e male, oppure: Il male che non dorme mai, che sembra non voler mai morire…
Ma il male che cos’è alla fine? Non siamo propensi forse a immaginare sempre dei mostri affamati e pronti a sbranarci?

Non mettere il piede sotto il letto, non lasciarlo ciondolare, altrimenti il demone ti prenderà…’

Queste cose ci venivano suggerite, così come il fatto di fare i buoni altrimenti sarebbe venuto l’uomo nero a prenderci!
 LA PAURA.
Ma che cos’è realmente questo sentimento così grande, quasi infinitesimale e stereotipato?

“ Lo spettro, che non aveva ancora preso pieno possesso e dimestichezza con i poteri che dal giorno del suo trapasso gli erano stati messi a disposizione. Tutt’ora a vederlo, sembrava rifiutarsi di adoperarli e in sua vece preferiva, di gran lunga, un bel paio di gambe illusorie.”

Il romanzo in questione sembra voler scandagliare i luoghi comuni del male, del terrore, perché questo non è infatti un libro horror, e non fa paura, anche se in certi punti, sprazzi di vita, il brivido può arrivare, può esserci una sorta di tentazione.
Dio, è presente. Ed è per questo che ho parlato di lotta tra il bene e il male. L’onnipresenza del Dio cristiano, uno e trino, il rosario, le preghiere, il prete protagonista è in netto contrasto con le SS, le squadre speciali tedesche naziste. Un libro che definirei lunghissimo e bellico, ma senza tediare il lettore. Unico accorgimento e consiglio che mi sentirei di dare è quello di stare attento ai refusi e altri errori che sono molto comuni nel testo, ma lo spessore è evidente. Vi è uno spaccato di vita, di guerra, di riflessione. Il libro mi ha ricordato per certi versi I promessi sposi di Manzoni, ma in un contesto abbastanza differente.
E che dire dei Partigiani, eroi della patria?
Dettagli su dettagli, descrizioni che raffinatamente si aggiungono a contesti imperscrutabili, proprio come l’orizzonte. Ma il contesto generale è sì volutamente fine, perché elegante deve essere la scrittura, perché i temi cari all’autore sono la religione, il bellico, il patriottismo, e anche un pizzico di visionarietà.
C’è un’allure di misticismo/fantastico che non guasta, è sempre ben congegnato e affine ai protagonisti, alle loro caratteristiche più comuni ed evidenti.
‘Il numero sette’ appare spesso, e chi può dire che non sia per via delle sette virtù cardinali o per i sette vizi capitali… i sette corvi per le sette anime di Cameriano sembrano una metafora, oppure un’insolita ma nemmeno tanto strana allegoria dell’epoca. Stiamo parlando di un tempo antico, dove l’uso e il costume si elargiva a molteplici scopi, diverse potenzialità, differenti prove, gesti e gesta in commentabili poiché illustri. E infatti vi è tutta la grazia possibile, nonostante spesso vi sia il sangue, l’orrore di qualcosa che ovviamente deve essere così, perché non dimentichiamo che la piaga sociale del nazismo ha distrutto per gran parte del tempo quella che era la razza considerata inferiore’ ovvero la non ariana’ e gli ebrei furono i primi ad essere uccisi, condannati e usurpati.
Il misticismo che non spaventa ma paventa e incoraggia, e d’altronde perché il cristianesimo dovrebbe incutere timore?
Altolà agli estremisti che combattono senza cuore, ai guerriglieri senza lode, e senza infamia ‘ come direbbe magari Dante’.
Un romanzo questo che sembra una sorta di enciclopedia universale, una reliquia preziosa che merita un dettagliato consenso da parte del pubblico giovanile. Sì, soprattutto giovine in quanto molti ragazzi non conoscono  o non apprezzano le storie che vengono narrate dai nonni, oppure sono molto lontani da Gesù, Dio e altre figure simili.
Perché tutto questo? Perché vi è un’idiosincrasia delle emozioni molto probabilmente, poiché tutto ciò che non luccica e che non attira la gazza ladra non fa effetto, non sortisce lo sperato raccoglimento che invece assurge a qualcosa di stratosferico, infinito.
I capitoli sono pochi, ma è la consistenza di questo volume a dare spessore alla sua anima, alla sua forza motrice. Veramente incredibile l’uso del linguaggio forbito ma mai troppo ostico, e racchiudendo tantissimi elementi si potrebbe far finta di leggere anche un libro come la Bibbia, che sicuramente l’autore apprezza, o perlomeno non disdegna e conosce bene.
Don Natale Romildo, il personaggio che mi è rimasto nel cuore e che penso apprezzerete se vorrete avventurarvi nel suo mondo particolarmente ‘ iridescente’, è talmente propenso al coraggio che quella Voce ( e non aggiungo altro per non togliere curiosità in voi) sembra più che altro un ammonimento gentile, una Voce che dichiara pace… O guerra?
Ancora guerra, sì, ma anche spazio alla solarità, alla commozione, al sorriso, e alle gesta eroiche dei ragazzi, i martiri della vita.
Ricordate questo numero e mettetelo a mente per iscritto: sette.


 4  Coccole

  Roberta Canu




*RINGRAZIAMO L’AUTORE PER LA COPIA DIGITALE*

1 commento:

  1. Infinitamente grazie. Che i sette corvi veglino su di voi.... sempre

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