Titolo: L'opale perduto
Autore: Lauren Kate
Genere: Historical Romance
Editore: Rizzoli
Data uscita: 3 settembre 2019
Pagine: 352
Sinossi:
E Violetta si sentì meno sola. Erano due spiriti affini su un tetto. È una cupa notte di dicembre del 1725, Venezia è stretta nella morsa dell'inverno. Violetta, cinque anni, si è rifugiata nella soffitta dell'istituto per trovatelli noto come Ospedale degli Incurabili, dove vive. Oltre il vetro gelido di una finestra, con la sua bambola stretta al petto, sente il canto soave di una donna, giù in strada, e la vede abbandonare un bambino nella ruota. Dieci anni dopo, in quella stessa soffitta piena di vecchi indumenti e violini rotti dove lei continua a sognare una vita libera, Violetta incontra Mino. Violinista dell'ala maschile dell'orfanotrofio e primo essere umano capace di farle intravedere, attraverso il soffio suggestivo della musica, un orizzonte di speranza. Ma questa inaspettata magia ancora non basta: troppo urgente è il desiderio di Violetta di diventare una cantante, e potrebbe essere un desiderio maledetto… Dopo il successo mondiale della saga di Fallen, ecco il nuovo romanzo di Lauren Kate: la storia di un amore ostacolato, in una Venezia magnifica e crudele, città delle maschere, luogo perfetto dove nascondere, fin che si può, i trasalimenti del cuore.
Recensione:
Iniziamo con il dire che finalmente ritroviamo quest’autrice, dopo la famosissima saga Fallen!
Nel prologo ci spiega come ha scritto questo libro, come si è persa e poi si è ritrovata. Ma ora passiamo alla sinossi e alla recensione…
È una cupa notte di dicembre del 1725, Venezia è stretta nella morsa di un gelido inverno. Violetta, una bambina di cinque anni, si è rifugiata nella soffitta dell'istituto per trovatelli noto come Ospedale degli Incurabili, dove vive. Oltre il vetro freddo di una finestra, con la sua bambola stretta al petto, sente il canto soave di una donna, giù in strada, e la vede abbandonare un bambino nella ruota. Dieci anni dopo, in quella stessa soffitta piena di vecchi indumenti e violini rotti dove lei continua a sognare una vita libera, Violetta incontra Mino. Violinista dell'ala maschile dell'orfanotrofio e primo essere umano capace di farle intravedere, attraverso il soffio suggestivo della musica, un orizzonte di speranza. Ma questa inaspettata magia ancora non basta: troppo urgente è il desiderio di Violetta di diventare una cantante, e potrebbe essere un desiderio maledetto...
Violetta contemplò l’orizzonte da sopra la sua spalla.
Per anni ciascuno dei due aveva coltivato quella musica dentro di sé. Adesso lei poteva quasi vedere come la canzone fosse entrata nel mondo. Erano stati loro a liberarla: una forza fisica, un sottile cambiamento nella luce e nel cielo. Era dappertutto. Quanto lontano si sarebbe spinta?
Lo stile della Kate è insuperabile, con un linguaggio forbito ma anche colloquiale ci accompagna nel mondo di Violetta e Mino, uniti per un po’ di tempo ma separati per tutto il resto del libro. Le loro strade sembrano non doversi incontrare mai più..
La narrazione è condita da quell’effetto gotico tipico delle sorelle Bronte, infatti certi passaggi ricordano Jane Eyer, la ragazzina sperduta orfanella che non ha nessuno che la ami o che si occupi di lei.
L’opale nero segnerà il confine tra ciò che è desiderabile e ciò che può essere per davvero ottenuto.
I temi cardine sono Dio, infatti la ragazza prega molto, il coro prevede che si cantai il Kirye Eleison, che il violino dedichi composizioni alla Madonna e ai santi e alle creature celesti.
<<E’ come se qualcuno avesse lucidato un pezzetto di luna e lo avesse incastonato su quella chiesa>>
Venezia sembra Londra, in un susseguirsi di feste ( il Carnevale) che contraddistingue la città dalle altre perché i cittadini hanno sempre delle maschere che coprono loro il viso.
Mino si troverà a dover affrontare questa Venezia carica di sospiri, baci rubati, mentre Violetta, voce d’Angelo, vorrà a tutti i costi diventare qualcosa, riuscendoci, si separerà sempre di più dal suo amato. Lontani i ricordi in cui si cantava, Tu sei mio, io sono tua.
La voce lo fece sobbalzare. Si girò e vide Letta. Il cuore cominciò a battergli forte. Il desiderio di avvicinarsi a lei gli tolse la parola. Era come se l’era immaginata in quelle lunghe settimane, ma adesso che la vedeva capì che la sua memoria non le aveva reso giustizia. Era sì bellissima, con quegli occhi grandi e il sorriso radioso.
La voce lo fece sobbalzare. Si girò e vide Letta. Il cuore cominciò a battergli forte. Il desiderio di avvicinarsi a lei gli tolse la parola. Era come se l’era immaginata in quelle lunghe settimane, ma adesso che la vedeva capì che la sua memoria non le aveva reso giustizia. Era sì bellissima, con quegli occhi grandi e il sorriso radioso.
Quella era la ‘loro frase’ da sempre, da quando si erano incontrati alla finestra per vedere bene il mondo che li circondava. Quella Venezia italiana che sembrava un luogo molto più stretto e lontano di quanto non lo fosse in realtà.
Assegno ben cinque abbracci al libro perché l’incanto con cui Lauren Kate ci narra della bambina, mi ha fatto pensare ai vecchi romanzi come Anna dei tetti verdi ( Anna dai capelli rossi) mentre la figura di Mino mi ricorda Oliver Twist o Rosso Malpelo. La sfortuna, ma la sagacia, la resilienza, il dolore ma la rivalsa.
Vi è tutto in questo libro e sebbene non sia il fantasy che pensavamo avesse scritto la Kate per l’ennesima volta, non delude affatto, anzi, ci porta nell’intimo della sua anima di madre che si confronta con dei bambini, con i loro pensieri, con le loro fantasie non troppo fantastiche ma reali.
Non perché la scrittrice sia famosa il libro è bellissimo, ma perché nella sua semplicità, il romanzo ci regala la scorrevolezza dei tempi in cui le fiabe erano la buonanotte anche dei più grandi.
Una favola modernissima ambientata in tempi antichi è vero, ma con le tematiche nuove, originali. Lauren Kate non ci delude. Ci insegna il coraggio, ci comanda gentilmente di non abbandonare quell’amore adolescenziale che ci ha fatto battere il cuore, ma non per questo debba essere lasciato perdere solo perché giovane. Ci parla della pietra, di una madre che deve essere cercata a tutti i costi, ci narra la famosa leggenda e la vera storia della ruota della chiesa in cui venivano posti i bambini che non potevano stare con le proprie mamme e dicendocelo ci fa’ commuovere, ci attutisce i dolori del cuore, perché ci fa’ sentire meno soli. La scritta del cuore è una sola: Io sono tua, tu sei mio.
Non vi dico altro, non voglio rovinarvi la lettura, ma sappiate che i vostri cuori si strazieranno fino alle lacrime…
Violetta fece un passo indietro, continuando a stringersi il violino al petto. Non poteva semplicemente dargli del denaro? Magari poteva chiedergli indicazioni e dargli cinque lire, tanto per non farlo sentire un miserabile. Aveva visto Federico comportarsi così. Il modo più rapido per liberarsi di un mendicante.
Roberta Canu
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