RECENSIONE: “Un faro nella notte” di Dawn Blackridge



Titolo:  Un faro nella notte
Autore: Dawn Blackridge
Genere: Contemporaneo
Editore: Self-Publishing
Data uscita: 2 gennaio 2019
Pagine: 163

Sinossi:
Mick VanBuren è un reduce del Vietnam, arruolatosi volontario non appena diciottenne. Dopo cinque anni di guerra viene rimpatriato per colpa di una grave ferita. 
Passa un anno e a causa di un’importante rivelazione, è costretto a lasciare la casa dei genitori e si trasferisce dall’altra parte del paese, sull’isola di Danharr, un posto sperduto sulle coste del Maine, per diventare il guardiano di un faro.
Ross O’Brian è il gestore della panetteria/pasticceria dell’isola e nutre un odio feroce verso coloro che sono partiti per il Vietnam come volontari.
Tra i due nasce qualcosa, qualcosa che quella parte dell’America del millenovecento settantaquattro non è ancora pronta ad accettare.
Tra alti e bassi, questa che vi apprestate a leggere, è la loro storia.

Recensione:
Tra alti e bassi, questa che vi apprestate a leggere, è la loro storia.
Quando si dice partire col botto. 
In questo romanzo la Blackridge si cimenta con un passato che, chi più chi meno conosciamo un po’ tutti, siamo sul finire degli anni 60 e parliamo della guerra in Vietnam.
Quanti sono stati i morti? e coloro che sono tornati dal fronte, in che condizioni hanno fatto rientro alle loro abitazioni, presso le loro famiglie?
Un faro nella notte è la storia di Mick, veterano del Vietnam e Ross, che non ama chi va in guerra di propria volontà.
I due s’incontreranno quando Mick rientrato dal fronte dichiara la sua omosessualità e il padre si disgusta a tal punto da preferirlo morto.
<<Sei un eroe di guerra, non puoi essere gay!>>
E’ vero che stiamo parlando degli anni 60, inizio 70, ma come può un genitore preferire la morte del figlio invece di dimostrargli tutto l’affetto, l’aiuto, l’amore di cui ha bisogno?
Mi sono posta questa domanda per tutto il tempo e non ho trovato scusanti per tal genitore, come pure per quei bigotti che parlano parlano e non conoscono neanche il significato di ciò che esce dalla loro bocca.
Lo so i tempi non erano i migliori per chi si dichiarava gay e meno male che i passi avanti ci sono stati, non ritengo giusto nè umano denigrare gli omosessuali, l’amore quando bussa non guarda di che sesso sei o con chi ti congiungi, l’amore quando bussa bussa al cuore, è lì che nasce, cresce quel sentimento che spesso siamo bravi a umiliare.
Mick e Ross saranno i protagonisti con cui vivrete un passo alla volta tutto ciò che hanno fatto per poter stare insieme nonostante gli insulti, il disprezzo, le offese di certa gente.
Vi faranno toccare con mano la sofferenza del PTSD (Disturbo da stress post-traumatico) fino a vivere la gioia di potersi congiungere in matrimonio.
Per me la Blackridge ha saputo delineare il tutto con squisita delicatezza e sensibilità, parlare di guerra non è mai bello, parlare d’amore  rende sempre i cuori sereni e felici.
“La guerra, la vera guerra è questa: non l’odio che getta le persone l’una contro l’altra, ma soltanto la distanza che separa le persone che si amano.” (Pier Vittorio Tondelli)
Concludo con questa citazione perché è il nocciolo su cui meditare.

5 abbracci
Buona lettura 
Saluinadia


1 commento:

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