RECENSIONE in Anteprima: “Il collezionista di bambole” di Erika Tamburini

Titolo: “Il collezionista di bambole”

Autore: Erika Tamburini

Genere: Thriller

Editore: Triskell Edizioni

Data uscita: 25 luglio 2019

Pagine: 439

Sinossi: 

Febbraio 1929.

Dopo la strage di San Valentino, altri avvenimenti sanguinosi continuano ad abbattersi su Chicago.

La città del vento è in preda al terrore, tenuta sotto scacco da un serial killer denominato il Collezionista di Bambole, un assassino che da quasi quindici anni terrorizza gli abitanti creando macabre bambole umane con ragazzi di strada, che abbandona poi in luoghi caratteristici come se fossero un tassello a completamento della sua opera. 

In questo clima di terrore si incrociano le vite di Aidan, il detective messo a indagare sul caso, René, un giovane che vive nella casa di piacere di Mama Blue e che con la donna condivide un terribile segreto e del giovane Hisui, anche lui un ragazzo della casa di piacere. 

In una metropoli spazzata dal gelido vento del nord che porta con sé le note della musica jazz, il lamento di vittime innocenti e la voce di una bestia bramosa di sangue e vite umane, è in atto una corsa contro il tempo per evitare che il Collezionista di Bambole colpisca ancora. E ancora.

Recensione:

La storia ha inizio due notti dopo la strage di San Valentino, nella Chicago del 1929. 

Il libro ci porta a camminare nella notte della città del vento, tra tenebre e insidie, attraverso vicoli sporchi, in questa città che ci viene descritta in un modo talmente intenso da farcela percepire come un personaggio vero, come un’entità vibrante, un essere insaziabile che si nutre di sangue umano. 

I protagonisti sono tanti, ognuno andrebbe analizzato attentamente, ognuno ha la sua storia, che si intreccia con quella degli altri, in un caleidoscopio di paure, umiliazioni, coraggio e anche amore, magari un po’ malato ma che comunque traspare tra le righe di queste pagine molto ben scritte. 

I capitoli dedicati al collezionista sono in prima persona e ciò, anche se io non amo molto questo tipo di scrittura, è senz’altro d’impatto, per farci comprendere meglio i sentimenti di quest’uomo che, da una parte, combatte contro il mostro che ha dentro di sé e dall’altra ne viene ogni volta sopraffatto. 

Un libro complesso, ripeto ben scritto, che ci trasporta in un mondo fatto di oscurità, di dolore e tormenti ma che, tuttavia, alla fine ci lascia con un germoglio di speranza, speranza che, nonostante le brutture, nel modo ci sia anche posto per un po’ di amore e felicità.

Per me 4,5 abbracci.

Alla prossima, la vostra Aylen.

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