Titolo: La
crociera del cuore
Serie: Destiny’s
Cove Series, Vol. 3
Autore: Grace
Roberts
Data uscita: 18 febbraio 2022
Promo: 18-21 febbraio
Quarta
di copertina:
Lei
è una musicista sfinita. Lui è un playboy annoiato. Quello che non sanno è che
Destiny è pronta ad agitare le acque.
Cara
McGill sta vivendo il sogno di sua madre per suo conto da ormai sette anni. A
ventiquattro anni, la sua crescente fama come musicista è diventata un pesante
fardello, e la ragazza si ritrova ad anelare una via di fuga. Prendendo una
decisione impulsiva, fugge in un piccolo paese in Florida dove spera di
reinventare la propria vita.
Il
giorno in cui Noah Danielson fece la proposta alla sua ragazza e lei gli rise
in faccia, lui decise di aver chiuso con l’amore. Per dieci anni è stato
felicemente single, godendosi delle avventure con le turiste, sapendo che
queste non avrebbero mai voluto impegnarsi. Nonostante anni di pratica, però,
le sue frasi da rimorchio non sembrano funzionare sulla biondina tutto pepe che
è appena arrivata a Destiny’s Cove.
Sebbene
Cara non voglia avere niente a che fare con il playboy del paese, Noah non ha
intenzione di tirarsi indietro dalla sfida. Quando Destiny metterà gli occhi su
di loro, riusciranno ad affrontare la tempesta durante la loro crociera del
cuore?
Questo è il terzo volume della trilogia romantica di Destiny’s Cove, ma è una novella autoconclusiva che può essere letta individualmente.
Livello
di sensualità: dolcemente romantico.
Biografia
dell’autrice:
Grace Roberts
è una scrittrice italiana con una smodata passione per l’Irlanda, la narrativa
rosa, i film Disney e le commedie romantiche – non necessariamente in quest’ordine.
I suoi romanzi sono solitamente ambientati in Irlanda o in piccole cittadine
immaginarie degli Stati Uniti abitate da irlandesi. È anche una lettrice
accanita che ritiene che sognare a occhi aperti dovrebbe essere un lavoro retribuito
e che il mondo sarebbe un posto migliore se fossero i “topi da biblioteca” a
governarlo.
Fin da
bambina ha sempre trascorso le giornate con un libro in mano, in compagnia
degli amici immaginari che trovava tra le pagine, mentre sognava di diventare
una scrittrice. I libri di Rosamunde Pilcher sono stati un punto di svolta
nella sua vita, ed è stato allora che ha deciso di iniziare a scrivere per puro
divertimento le storie che le giravano in testa. Dopo un paio di racconti però,
non è più riuscita a smettere e ha voluto trasformare quel suo hobby in
qualcosa di più serio.
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Estratti
Non
era andato al pub quella sera; non era dell’umore per flirt inutili o per
chiacchierare con Conor. L’amico era al settimo cielo per il matrimonio che si
sarebbe svolto a settembre, e non riusciva a smettere di parlarne. Noah era
felice per lui, naturalmente, sebbene non potesse negare di invidiarlo un
pochino e di temere che, una volta che il suo migliore amico avrebbe fatto il
grande passo e si sarebbe trasformato in un padre di famiglia, i loro giorni
insieme non sarebbero più stati gli stessi.
Quando
lanciò uno sguardo verso la spiaggia, proprio sotto il pontile, gli occhi si
fermarono su qualcosa vicino agli scogli. Li socchiuse, riducendoli a due
fessure, per focalizzarsi sulla sagoma scura, e notò che si trattava di una
persona rannicchiata sulla sabbia. Pensando che potesse essere qualcuno che
aveva bisogno di aiuto, si affrettò a raggiungere la spiaggia sottostante e,
quando si avvicinò, la luna illuminò il viso della donna: era la ragazza che
aveva trovato sulla barca. Si inginocchiò e le prese il polso, mettendo due
dita sul punto dove si sentivano le pulsazioni per assicurarsi che fosse viva.
A quel contatto, lei sussultò e sgranò gli occhi per lo spavento, scuri e
terrorizzati come quelli di un cervo abbagliato dai fari. Noah aveva visto
quella stessa espressione solo poche ore prima e non poté fare a meno di
sorridere.
«Dobbiamo
davvero smetterla di incontrarci in questo modo», commentò, facendo una smorfia
per la battuta cliché.
«Mi
stai pedinando o qualcosa del genere? Oppure ti sei ripromesso di andartene in
giro a svegliare donne?» Aveva un tono infastidito, così liberò la mano dalla
sua presa con uno strattone. Non si era reso conto che le sue dita erano ancora
avvolte attorno al polso della ragazza. «Hai intenzione di dirmi che questa è
proprietà privata e sto dormendo sulla tua spiaggia?»
Lui
ridacchiò. Quindi la signorina dall’aspetto innocente era una peperina. «No,
questa è una spiaggia pubblica. Ho visto una sagoma sulla sabbia e pensavo
fosse un cadavere, perciò sono sceso a controllare. Non credo dovresti dormire
qui. Nonostante questo sia un paesino tranquillo, non posso garantire per i
turisti e i forestieri. Non è sicuro per una donna restarsene qui fuori da
sola.»
«Ah,
quindi sei anche sessista oltre a essere uno stalker?» Si alzò in piedi e si
strofinò le mani sul retro dei pantaloni. «Perché le donne non possono fare
quello che fanno gli uomini e hanno sempre bisogno di un cavaliere
dall’armatura scintillante che venga a salvarle, giusto?» Incrociò le braccia
sul petto e, nonostante l’oscurità, la luce della luna era sufficiente a
permettergli di vedere l’occhiataccia che gli stava lanciando.
«Non
sono né sessista né uno stalker. Solo, non credo che sia saggio per te stare
qui. Il posto di una signora è in un letto.» Fece una smorfia dopo aver
pronunciato quelle parole e anche per il sussulto di lei. «Mi sono espresso
male. Non intendevo in quel senso. Io-io-io intendevo…»
«Non
so chi credi che io sia o se sei abituato a veder cadere le donne ai tuoi
piedi, ma non esiste che venga a letto con te. E, se non ti allontani, ti darò
un calcio talmente forte nel punto più doloroso per un uomo che ti garantisco
che non riuscirai più ad andare a letto con nessuna per molto tempo.»
Sì,
decisamente una peperina. Sebbene si rendesse conto che stava navigando in
acque pericolose, Noah non riuscì a trattenere una risata.
«Dico
sul serio.» Lei fece un passo indietro, sollevando le mani serrate a pugno. «Ho
fatto un corso di autodifesa. So come affrontare uomini come te.»
«Rilassati.» Alzò le mani con i palmi
rivolti verso di lei, poi pensò che avrebbe potuto averne bisogno per coprirsi
delle parti del corpo più preziose del viso, e lasciò cadere le braccia davanti
a sé, per sicurezza.
Noah
era in piedi accanto all’imbarcazione e le dava la schiena, quindi lei si prese
un momento per fissarlo, approfittando del fatto che lui non era consapevole
della sua presenza. Poteva capire perché le donne non riuscivano a resistergli:
spalle ampie, gambe lunghe, pelle abbronzata, capelli biondi schiariti dal sole
e occhi del colore del mare. Sebbene lei non volesse farsi coinvolgere da un
dongiovanni, non era certo cieca.
Lui
si voltò proprio allora, e un sorrisetto impertinente apparve sul suo viso
mentre si sollevava gli occhiali da sole sulla testa. Senza dubbio stava
pensando che lei lo stesse scrutando, il che non era poi molto lontano dalla
verità. Cara avrebbe giurato che fosse abituato alle donne che lo guardavano
con sguardi lascivi e che gongolasse per quelle attenzioni. Magari aveva
persino dato alla barca il nome di una delle sue tante conquiste.
«Ciao»,
lo salutò, cercando di sembrare disinteressata. Anche se, una volta che lui le
fu di fronte – con indosso una t-shirt gialla aderente che gli fasciava il
petto e i bicipiti, sottolineando le curve del suo corpo tonico, e un paio di
calzoncini cargo verde oliva – provò l’impulso di inventarsi una scusa
dell’ultimo minuto per scappare via da lui. Non era più sicura che trascorrere
una giornata in mare aperto con quel ragazzo fosse una buona idea, anche se non
sarebbero stati soli. Riusciva praticamente a vedere le scritte: “Sbagliato per
te” e “Pericolo di cuore spezzato” che lampeggiavano con lettere al neon sulla
sua maglietta.
Gli
occhi del marinaio la scorsero velocemente da capo a piedi e, nonostante fosse
vestita con un abbigliamento decisamente non succinto – t-shirt rossa e jeans
corti al ginocchio – quel suo esame accurato la fece sentire esposta, al punto
che avrebbe voluto coprirsi. D’altro canto, lui era un playboy ed era abituato
alle donne che gli cascavano ai piedi. Non che lei gli interessasse perché era
speciale. Era semplicemente un’altra femmina che lui sperava di aggiungere alla
propria lista che, Cara avrebbe potuto scommetterci, teneva appesa alla porta
del frigorifero.
«Salta
su, stiamo per salpare le ancore.»
Lei
lanciò uno sguardo oltre la sua spalla, verso la barca, e si accigliò. «Non
dovremmo aspettare gli altri?»
«Il
barista di Conor non poteva coprire il turno e Giorgia non va da nessuna parte
senza il suo promesso sposo.» Salì sulla scaletta di metallo appesa sul lato
dello scafo, poi saltò sul ponte e si voltò. «E Kyla non si sentiva bene,
dev’essere un qualche tipo di virus allo stomaco, da quello che ha detto Caleb.
Quindi siamo solo noi due.»
Lei
incrociò le braccia sul petto. «Allora, forse dovremmo rimandare.»
Lui
ridacchiò. «Perché? Hai paura di restare da sola con me?»
Sì.
Forse.
Decisamente.
Il
rombo di un tuono in lontananza li fece trasalire, interrompendo la
chiacchierata su com’era stato per Noah e Conor crescere a Destiny’s Cove.
Minacciose nuvole nere si avvicinavano a un’insolita velocità.
«La
cosa non promette bene», commentò Noah, alzandosi in piedi e fissando il cielo
con un cipiglio. «Ho controllato le previsioni su tre siti diversi, e non c’era
alcun accenno a temporali in arrivo. Si muove in fretta. Troppo in
fretta.»
Anche
Cara si alzò in piedi ed emise un gemito, fissando il cielo. «Ce la faremo a
tornare in paese prima che ci colpisca?»
C’era
un leggero tremore nella sua voce, e lui non poté biasimarla. Non gli piaceva
essere in mare quando il tempo non era buono, specialmente se aveva delle
persone a bordo. Sapeva come comportarsi durante le tempeste, ma non voleva
sentirsi responsabile per l’incolumità di altra gente.
«Non
lo so, però preferirei non rischiare. Quelle nuvole non mi piacciono.» Non
voleva spaventarla, benché non potesse mentirle.
«Affonderemo?»
I suoi occhi azzurri erano spalancati per il terrore, e un improvviso istinto
protettivo lo travolse. Le sorrise, scuotendo la testa.
«Non
lascerò affondare questa piccola senza lottare.» Le fece l’occhiolino,
regalandole quello che sperava fosse un sorriso rassicurante che avrebbe
sciolto la tensione che riusciva a sentire provenire da lei.
«Quindi,
cosa faremo?»
«Dovremmo
avere abbastanza tempo per raggiungere Seagull Island. Possiamo aspettare là
che la burrasca finisca e ritornare sulla terraferma una volta che sarà passata.»
Issò l’àncora, poi avviò il motore e si mise al timone, dirigendo la barca
verso Seagull Island.
Cara
si affaccendò a togliere le cose dal ponte e a riportare tutto in cabina. Lui
la seguì con lo sguardo, notando il nervosismo nei suoi movimenti. Per un
attimo, avrebbe voluto lasciare il timone e andare a darle un abbraccio,
tirarsela contro il petto e dirle che non avrebbe mai permesso che le accadesse
qualcosa. Che l’avrebbe tenuta al sicuro, fosse stata l’ultima cosa che avrebbe
fatto. Non capiva da dove provenissero quei pensieri e comunque non voleva
dargli troppa importanza. Doveva concentrarsi sull’attuale situazione e
raggiungere la sicurezza della terraferma prima che arrivasse il fortunale. Non
c’era tempo da perdere con stupide fantasie romantiche. Il comportamento
sdolcinato che ultimamente Conor e Caleb avevano gli stava incasinando la
testa; lui non credeva nell’amore, solo nell’attrazione fisica e nella chimica.
E quello non era certo il momento di lasciare che gli ormoni si mettessero di mezzo.
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