Titolo: Un amore incancellabile: Rimpianti
Autore: Daniela Tess
2° volume di una trilogia, non autoconclusivo
Uscita: 28 febbraio 2022
Genere: historical romance
Pagine: 300
Prezzo ebook: € 2,99 in promozione a € 0,99 dal 28
febbraio al 2 marzo
Prezzo cartaceo: € 11,99
Disponibile su Amazon, anche con Kindle Unlimited
Presto
avrebbe messo su quell’angelo, definitivamente, il marchio del diavolo.
Londra 1833
Eve e
Richard, l’angelo e il diavolo. Si sono incontrati a Londra, durante la Stagione,
la debuttante più ambita e l’uomo più chiacchierato. Lei è figlia di un duca
potente, lui un marchese di oscure origini ignaro di chi sia il suo vero padre.
Eppure, nulla e nessuno è riuscito a tenerli lontani: hanno provato ad opporsi
alla scintilla scoccata all’inizio, salvo poi arrendersi al fuoco della passione.
Una passione proibita, peccaminosa, incancellabile. Ma una sera, a Vauxhall, accade
l’irreparabile: Simon, il fratello di Eve, li scopre. Deluso e arrabbiato, per
separarli rivela a Eve il segreto di Richard, il suo peccato più grande. Uno
shock e l’inevitabile gelo tra i due. Da brava ragazza che ama la propria
famiglia, lei cerca di ricomporre i pezzi del suo cuore, di continuare la Stagione
frequentando George, un caro amico. Eppure, ogni sera, a ogni diversa occasione
mondana, uno sguardo di ghiaccio, furioso, bramoso, disperato, la segue, la
bracca, non l’abbandona. Chi è davvero Richard? Il mostro che ha dipinto suo
fratello o l’uomo tenero e generoso che si è rivelato con lei? Riuscirà a
scoprirlo davvero? Avrà il coraggio di seguire il suo cuore o si piegherà alle
convenzioni?
Anche Simon
è turbato: ormai ha scoperto che dietro i panni della modesta dama di
compagnia, Celeste, si nasconde una donna affascinante. Perché non mostrare
tale bellezza? Da cosa si nasconde? Il mistero lo intriga, mentre cresce
l’attrazione per una donna del tutto inadatta a diventare una duchessa.
Anche Celeste
è innamorata di Simon ma sa che il suo è un amore impossibile: nasconde infatti
un segreto che non solo metterebbe in pericolo l’uomo, ma potrebbe togliergli
anche il titolo e l’onore.
Tornano gli
eredi dei Tresham nel secondo capitolo della trilogia: vecchi e nuovi amori, passioni,
colpi di scena e sconcertanti segreti.
«Ho voluto
che fosse mia, prima di essere di un altro».
Secondo
volume della trilogia
Non
autoconclusivo
Daniela Tess
Lettrice compulsiva e scrittrice di romances. Vive a
Roma, della cui storia è un’appassionata. Ama viaggiare, adora l’estate e il
mare, elemento che ritiene un toccasana per il suo spirito, un naturale
antidepressivo. Sogna una casa con terrazzo dove far spaziare lo sguardo e dove
inseguire le sue visioni. Sì perché da quando ha iniziato a scrivere non si è
più fermata. Lei non “pensa” alle sue storie, lei le “vive” nella sua mente, le
appaiono come film precostituiti. Può solo assecondarle e seguire i caratteri
capricciosi dei personaggi che affollano la sua mente. Vorrebbe avere più tempo
per leggere e “creare trame” ma è anche consapevole di amare i suoi alunni e
ritiene l’insegnamento una “passione” a cui difficilmente potrebbe rinunciare.
Vedere occhioni spalancarsi di curiosità ed entusiasmo è un’emozione
irrinunciabile nonché una responsabilità grande e gratificante. L’avvicinamento
alla scrittura è stato graduale. Dapprima Daniela è stata una lettrice
onnivora, amante soprattutto di gialli e rosa. Dopo aver letto migliaia di
romances, un bel giorno, in un forum, raccolse una sfida: avrebbe provato a
scrivere una fan fiction storica, ambientata nell’Ottocento inglese. Il primo
capitolo nacque come d’incanto…finalmente le sue fantasie avevano la
possibilità di liberarsi e correre a briglia sciolta. Nel suo primo romanzo ha
messo gli elementi per lei ideali di una storia: un’eroina bella, dolce,
generosa e determinata a perseguire i suoi ideali e la felicità; un eroe forte,
onesto, romantico e passionale; un amore contrastato, inaspettati colpi di
scena e tanta introspezione psicologica. Daniela ama scavare nell’animo dei
suoi personaggi, rivelarne l’anima nascosta. Nelle sue storie, ricche di “coup
de theatre”, spesso nulla è come appare.
- bibliografia completa
Serie “Un amore proibito”.
1) Un amore proibito- Origini #1 trilogia
2) Un amore proibito- Orgoglio #2 trilogia
3) Un amore proibito-Oltre #3 della trilogia
4) I Racconti di un amore proibito (due racconti spin
off della trilogia)
5) Un amore proibito: la trilogia completa e i
racconti (riedizione della trilogia in un unico volume con il racconto ad essa collegato)
Serie: “Un
amore Incancellabile”
1) Un
amore Incancellabile: Ritorno- #1 di una trilogia
2) Un
amore Incancellabile: Rimpianti- #2 di una trilogia (data di uscita 28 febbraio
2022)
3) Un
amore Incancellabile: Rinascita- #3 e ultimo di una trilogia, di prossima
pubblicazione
Sito: danielatess.com
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Ig:
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Primo estratto
Simon
era vicino a Eve, non la mollava un attimo. Era preoccupato: aveva passato una
settimana d’Inferno, si era chiusa in se stessa restando per quasi tutto il
tempo nella sua camera. Aveva cercato di stanarla ma lei lo aveva cacciato
gentilmente, chiedendogli di avere pazienza e di concederle una settimana. Poi,
gli aveva detto, sarebbe uscita da lì e avrebbe ripreso le sue normali
attività. A malincuore aveva dovuto accettare anche se era stato divorato
dall’ansia per tutto il tempo e dal rimorso. Forse aveva sbagliato a non
parlare prima, a non spiegare subito cosa sapesse sul marchese ma mai si
sarebbe immaginato che lei potesse innamorarsene e invece… Strinse un bicchiere
di punch tra le dita, le nocche gli divennero bianche per la tensione, non appena
vide che era arrivata la baronessa Roslyn insieme alla sua dimessa, povera,
sgraziata dama di compagnia: Celeste. Rieccola, finalmente. Non la vedeva da
quella famosa sera a Vauxhall. La guardò, portava la familiare cuffietta, gli
occhiali e un vestito davvero orribile. Camminava leggermente claudicante e
sembrava informe, sgraziata. Oh, che perfetta impostora che era, che
mentitrice, una bellissima ingannatrice. Era davvero brava a nascondersi, a
celarsi ma lui sapeva quale corpo meraviglioso fosse nascosto sotto quegli
abiti informi, quale splendore lei nascondesse al mondo intero. Un fiotto di
bile gli salì alla gola pensando che i suoi travestimenti, probabilmente,
servivano a nascondere la sua sordida relazione con un lord, un vecchio
presumibilmente. Non riusciva a non guardarla. Ora che sapeva com’era, cosa
nascondeva, non vedeva più neanche quegli artifici, quelle finzioni, riusciva a
cogliere la vera essenza, la bellezza nascosta dall’inganno. Decise che voleva
darle una bella lezione. Si era aperto con lei, l’aveva baciata con tutta la
passione che aveva represso nel suo cuore per molti anni e lei come lo aveva
ripagato? Confessandogli spudoratamente della sua tresca, respingendolo,
dicendogli che le sue attenzioni non erano gradite. Lui, un futuro duca, un
uomo che non aveva mai avuto problemi ad avere una donna, considerato meno di
un vecchio satiro. Strinse di nuovo il bicchiere, sentiva nel corpo una tale
rabbia. Celeste non gli appariva migliore di Brigitte né di quel mascalzone di
Richard. Aveva una voglia pazzesca di sfogare la sua rabbia su di lei, di
vendicare se stesso e tutti gli idioti che nel corso del tempo potevano essere
caduti nella rete di quegli occhi color zaffiro. Posò il bicchiere sul vassoio
vuoto di un cameriere di passaggio poi si avviò con passo indolente verso quel
gruppetto di “invisibili”. Puntò gli occhi sulla baronessa. Questa, come lo
vide arrivare, gli sorrise invitante. Lui ricambiò con un sorriso appena
accennato ma ignorò Celeste. Sentiva il suo sguardo da sotto la cuffietta, ma
si comportò come se non esistesse. «Milady, permettete? Vorrei prenotare un
ballo con voi». «Con piacere milord» gli rispose la nobildonna e gli porse il
carnet. Mentre scriveva il suo nome di fianco a un ballo, era vicinissimo a
lei. Sentiva i suoi occhi chiari che lo guardavano, che lo fissavano. Non diede
segno di essersene accorto, anzi le diede la schiena, deliberatamente, come a
escluderla, come a cancellarla dalla sua vista. Non sopportava di vederla, di
guardarla; non sopportava il leggero profumo, tipicamente suo, che aleggiava
nell’aria. Come facevano gli altri a non “vederla”? A non accorgersi che quel
profumo delicato ma nel contempo sensuale, non poteva appartenere a una donna
così goffa e brutta? A non vedere quelle due gemme preziose che aveva per
occhi, a non intuire la cascata d’oro che le cadeva sulla schiena. Gli
prudevano le mani dalla voglia di toccarla. Che idiota era; anche se lei era
una donna bellissima, ce n’erano altre, sicuramente più belle di lei. Che
cos’era, improvvisamente, quell’ossessione che gli era presa? Certo, se
ripensava a quella sera, era davvero splendida,
più bella anche di Brigitte. Si irrigidì. Nessuna era mai stata più
bella di Brigitte; fino ad allora era vissuto nel ricordo, nel mito della prima
donna che aveva amato. Ma era stato vero amore? Se lo chiese. O non era stata,
piuttosto, l’infatuazione molto fisica di un ragazzo alle prese con una donna
esperta e sensuale? La voglia di autodeterminazione, di indipendenza dalla
famiglia? Si scosse. La baronessa gli stava dando appuntamento a dopo. Fece un
breve cenno di assenso e si allontanò, soddisfatto di se stesso. Era andato lì
ed era riuscito a non fissarla, a non guardarla neanche una volta. Le aveva
mostrato con chi aveva a che fare e che lei era niente per lui.
Celeste lo vide allontanarsi. Dio, com’era
bello! Il suo cuore, il suo stupido cuore, palpitava per lui. Si permise di
osservarlo, senza essere vista: le spalle ampie, la postura elegante, lo
sguardo di ghiaccio che nascondeva però un temperamento di fuoco. Arrossì al
ricordo del bacio appassionato che si erano scambiati, il suo primo vero bacio
ma lui non lo sapeva e non lo avrebbe mai saputo. Pensava il peggio di lei ma
non le importava. L’importante era che nessuno scoprisse mai la verità.
Secondo estratto
«Mi
ero sbagliato clamorosamente. Non hai il coraggio di compiere le tue scelte da
sola; hai paura Eve, di me, di quello che ti facevo provare e hai preferito
scappare e rifugiarti dietro tuo fratello, la protezione della tua famiglia. Dimmi,
come si sta su quel piedistallo? Cosa si prova a essere un’algida principessa,
incapace di abbandonarsi all’amore e alla passione? Sei bellissima, saresti il
sogno di qualsiasi uomo ma poi chi ti conosce bene scopre la tua freddezza,
viene gelato dal tuo temperamento. Davanti a quell’alterigia non c’è bellezza
che tenga. Preferisco le donne come la contessa: calde, disponibili, generose,
che le statue marmoree, perfette ma insoddisfacenti». Lei aveva assorbito ogni
parola come se fosse una ferita ma non sarebbe stata ferma a lasciarsi
insultare. Era forte e glielo avrebbe dimostrato. Non sarebbe stata mai più la
sua vittima. «Aveva ragione Simon, sai? Sei un bastardo, non di nascita, perché
a me quello non è mai interessato. Sei tu il vero codardo; sei tu che hai
preferito restare immobile, preso nelle vecchie abitudini, invece di mostrare
di poter cambiare davvero, forse perché non ci riesci, forse perché non sei
così forte come credi».
Poi, scioccata da quello che gli aveva detto,
dalla tempesta di sentimenti che aveva dentro, incommensurabilmente ferita
dalle sue parole, si girò pronta a uscire. Si avvicinò alla maniglia della
porta. Stava per abbassarla quando lui le disse: «Dodici». Si girò e lo guardò
perplessa, non capendo cosa volesse dire. «Dodici sono i balli che hai fatto:
due con il caro George: due con l’erede di Clarence, due con il duca di
Montaigne, uno con lord Percy, Wilmore, Fredericson e Montagu; infine uno a
testa con i tuoi fratelli». Lo guardava a bocca aperta, attonita, poi gli occhi
le si inumidirono. Come erano arrivati a quello? Lui continuò. «Come vedi
continuo a contare i balli che regali agli altri, quelli che sottrai a me.
Avrei dovuto esserci io al tuo fianco. Tu avevi scelto me e non uno di quei
maledetti damerini. Questo bastardo» e si toccò il petto, con la mano aperta,
sul cuore. «Questo reietto ti aveva conquistato, era riuscito a sciogliere il
tuo ghiaccio e a tirare fuori la tua vera natura: calda, dolce, appassionata.
Tu mi rendevi felice. Ora non sono altro che l’ombra di me stesso. Forse hai
ragione e forse ce l’ho anch’io. Siamo entrambi dei codardi perché non stiamo
combattendo per quello che di bello c’è stato tra noi ma lo stiamo uccidendo,
perché non ammettiamo di avere bisogno l’uno dell’altra; perché preferiamo
vivere nella consuetudine piuttosto che accettare il rischio che un’unione tra
noi comporta».
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